01/08/2008 – “MANIFESTI D’ARTISTA 2008” – II appuntamento
Nuovo appuntamento con “MANIFESTI D’ARTISTA” , la vetrina d’arte sulla strada promossa dal Gruppo78, a cura di Maria Campitelli in collaborazione con Elisa Vladilo, lunedì alle ore 18.30, in via Fabio Severo, angolo Foro Ulpiano.
La seconda manche comporta tre opere, tra loro diversissime, di: Massimo Gardone, Cesare Piccotti, Francesca Tjia.
Il manifesto di Massimo Gardone nasce da un connubio tra fotografia e poesia, tra la fresca immagine polaroid di fiori attraversati dalla luce, di Gardone e i versi di Roberto Piumini, ben noto poeta e scrittore per l’infanzia, che ne sviluppa liricamente il messaggio, come sottolinea Luisa Sparavier. Roberto Piumini infatti ha composto questi versi – enfatizzati, nella composizione visiva dalla calligrafia incerta ed irregolare di una bimba – appositamente per questa operazione, rendendo particolarmente prezioso il manifesto. Perché i caratteri incerti di una bimba? perchè, lo afferma ancora Luisa Sparavier, essa “rappresenta il futuro rispetto al quale abbiamo il dovere di impegnarci con i pensieri e le azioni dell’oggi”. E il messaggio con i fiori dai colori vivaci ed evocativi – al posto della normale, pesante ripetitiva pubblicità che ci assale in ogni dove – è quello di “regalare un fiore senza secondi fini….per augurare semplicemente una buona giornata. “Un fiore per riappropriarsi della natura della luce, dei colori, della leggerezza, della gioia, della sensibilità,del profumo dell’erba…un augurio per vivere serenamente alcuni istanti”.
Di tutt’altra natura il manifesto di Cesare Piccotti, che viceversa s’immerge proprio nelle procedure della pubblicità di basso profilo, reclamizzando una “clamorosa svendita al 50 %” di contenuti per la verità piuttosto insoliti. Ricalcando i modi della pubblicità più scontata, anche nella composizione grafica estremamente semplice e lineare, Piccotti in sostanza fa il verso alla pubblicità stessa, secondo il suo consueto trend ludico/ironico, reclamizzando non già un qualsiasi prodotto di cui sono ricolmi i muri delle città e i media di ogni tipo, ma “emozioni, curiosità, pensieri, sensibilbilità, etica, meraviglia, e altre parole…” Anche qui, in fondo, un invito a riappropriarsi, magari con lo sconto del 50%, di quei valori di cui l’umanità oggi sembra cosi poco fornita per una risalita nella qualità della vita.
Francesca Tjia ci regala anche un fiore, un gigantesco “ibisco messaggero d’amore”. Straordinario latore di bellezza, nella forma, nella struttura, nell’intensità dei colori tra giallo/rosso – un caldo inno alla vita dunque – in realtà, ricorda l’artista, l’ibisco è simbolo della sua brevità e della fugacità della bellezza. La sua durata infatti è racchiusa nell’arco di una giornata. Per l’autrice inoltre l’immagine è un punto di collegamento tra diversi luoghi dell’Italia e dell’estremo Oriente, profondamente amati, tra cui si dipana i sui percorsi esistenziali.
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