Wonderful
{NATURA NATURANS 11}
MOSTRA / EXHIBITION
curatore / curator
Maria Campitelli
organizzazione e promozione / organization and promotion
Gruppo 78 I.C.A. Trieste
con la collaborazione di / with the collaboration of
Comune di Trieste
Assessorato alla Cultura
segreteria / secretary’s office
Barbara Stefani
contatti internazionali / international contacts
Gruppo 78 I.C.A. Trieste
ufficio stampa / press office
Samantha Punis
immagine / art director
Massimiliano Schiozzi / Comunicarte
allestimenti / exhibition design
Comunicarte
Ennepi di Nicola Pipan
supporto tecnologico / technological support
Video new, Trieste
comunicazione on-line
Serena Smeragliuolo / Fucine.it
assicurazioni / insurances
Assicurazioni Generali spa
CATALOGO / CATALOGUE
a cura di / catalogue by
Maria Campitelli
testi / texts
Maria Campitelli
Paola Goretti
Luciano Panella
progetto grafico e copertina / layout and cover
Massimiliano Schiozzi/Comunicarte
impaginazione / layout
Adriano Grassi/Comunicarte
traduzioni / translations
Eurologos
David Salvatori
fotografie / photos
Archivio Storico Capucci, Mario Cipollini/Oltremare, Philippe Degobert, Hugo Munoz, Eugenio Pontel, Michele Rubicondo, Rafaele Serafino, Carole Solvay, Pasquale Stanzione, Elena Sverzut, Arlette Vermeiren Zucoli, Ivano Vitali
supplemento a / supplement to
n. 128 di JULIET
Aut. Trib. di Trieste n. 581 del 5.XII.1980
dir. resp. Fabio Amodeo, Trieste, giugno 2006
stampa / printing
Graphart s. n. c. Trieste
Julietart.net
Wonderful o della meraviglia (di Maria Campitelli)
Wonderful o della meraviglia
Maria Campitelli
Una mostra che vuole seguire i percorsi dell’eccesso e della stupefazione, sia a livello linguistico che di esplorazioni semantiche, oscillando tra arte tout court e universo fashion, secondo legami già instaurati in precedenti ricerche intraprese dal Gruppo 78, da Garden Fashion (2001) a Other Fashion(2002) da Imagerie Art Fashion (2003) a Corpo/Moda/Mente(2005). Arricchimenti espressivi, ridondanze, ibridazioni, esplosivo recupero dell’immaginario, sono aspetti che da più tempo hanno investito l’arte, la moda ed altri settori della creatività, contrastando l’asettica concettualità ed il riduzionismo linguistico caratteristici di qualche decennio prima. Un ritorno al barocco dunque? All’enunciato del Marino “è del poeta il fin la meraviglia”? Magari nell’altalena dei vetusti “corsi e ricorsi storici” di vichiana memoria? Esaurita la riduzione, l’azzeramento del visibile, ecco che, capovolgendo la tendenza, facciamo rispuntare decori ed orpelli, fantasmagorie immaginifiche prima impensabili, in un recupero sensorio e sensuale opposto al razionale? Di neo-barocco si è già parlato, vent’anni fa, con l’analisi condotta da Omar Calabrese1 e anche Gillo Dorfles2, ancor prima, aveva aperto la strada con l’”Elogio della disarmonia” ad un mondo asimmetrico ed irrazionale, caratterizzante la contemporaneità in antitesi con i canoni classici di misura e simmetria, rilevabili nell’arte come nel pensiero. Lo spirito neo-barocco è ravvisabile, secondo Calabrese, soprattutto in certi atteggiamenti di fondo della nostra epoca sia comportamentali che artistici, come l’instabilità, il frammentismo, l’eccentricità (spinta fuori dal centro, verso il margine dell’ordine) – e l’eccedenza (come dismisura che s’incrocia con il mostruoso – età di mostri = meraviglioso), la polidimensionalità… il tutto favorito dal condizionamento massmediale. E basterebbe fermarsi a quest’ultimo asserto per rilevare un discrimine ineludibile rispetto al barocco storico. Ma al di là di questi leit-motiv, certamente riconoscibili ancor oggi, è proprio da ravvisare, ai nostri giorni, un ritorno ed un desiderio di bellezza, fino a l’altro ieri accantonata come sinonimo di banalità; bisogno di sontuosi parametri del visibile che non significano necessariamente esclusiva esaltazione della superficie, ma piuttosto bisogno di apparenza eclatante per esternare un pensiero forte. Il riconoscimento del barocco s’identifica anche in mostre come la recente Neo-Baroque, prodotta dalla Byblos Art Gallery di Verona3 che ha raccolto dieci artisti, per lo più americani, al cui vertice stava la debordante, iterativa, mistificante Petah Coyne, con le sue sepolcrali, illimitate installazioni fatte di fiori artificiali, candele, uccelli. Lo stupore della forma contiene il mistero della morte, il debordare della quantità insiste sulla dimensione infinita dell’esistente. In questo contesto l’artista Nicola Verlato, richiesto di quando si fosse accorto che la sensibilià artistica stava cambiando, ha risposto: ai primi anni ’90 quando alla Biennale di Venezia vide l’opera in marmo di Jeff Koons Jeff and Ilona(1991) che in effetti rimanda, con tutta l’ironia e il supporto ludico di cui l’artista è capace, ai celebri busti berniniani, ossia al massimo rappresentante dell’arte barocca. Chiaramente il discorso non è da prendersi solo alla lettera, ma è molto più allargato. Non è con la citazione ludica di Koons che inizia eventualmente il neobarocco, ma quell’opera sicuramente incarna un diverso modo di affrontare l’arte, dove accanto ai residui pop ricevuti da Warhol, Koons dichiara la forza di un’immagine rifinita in tutti i suoi dettagli, la necessità di un’epifania totale dell’arte intesa anche come tecnica esecutiva che permette la realizzazione di statue secondo la tradizione della storia, sia pure avvolte dal sorriso ironico e trasgressivo dell’autore. Nel grande pelago dell’arte contemporanea si è verificato certamente uno scossone che ha riportato a galla modi desueti di fare arte, la figuratività, la forma puntualmente definita dopo tanto informale e concettuale, il racconto dichiarato e analizzato nei minimi dettagli con nuovi virtuosismi tecnici (basti pensare anche alla Nova Accademia di S. Pietroburgo, dove la fonte ispirativa non è tanto il barocco quanto il neo-classico, che nella ridondanza descrittiva può anche combaciare con il primo). Ma accanto a questo non si deve dimenticare l’invasività tecnologica; come si possa intendere “neobarocco” anche un video digitale che, come nel caso di Alessandro Amaducci, sciorina miriadi di immagini in trasformazione incessante in virtù dell’infinito potenziale elettronico. In altre parole se di neo-barocco vogliamo parlare dobbiamo aggiornarlo alle mutate potenzialità mediatiche, alle nuove prospettive della scienza, alla postumanità che ragiona di cloni e nanotecnologie con concrete possibilità mutanti della complessità corporea e quindi della vita. Un mondo in perenne mutazione, nella ricerca, nella conoscenza, come nella produzione e nei concetti d’arte. Questa è una mostra che al di la del neo-barocco, vuole unire personalità diverse capaci di stupirci per le modalità perseguite nel realizzare più che un’opera, un’idea, un’intuizione dove spesso cielo e terra si incontrano, svisando i termini dei linguaggi consacrati, piegano questi con totale libertà alle esigenze predeterminate dalla formulazione del progetto. Quindi abiti che diventano sculture, o fotografie che diventano abiti, mimesi perfette di ambientazioni che s’inverano e acquistano il dinamismo della vita tramite l’immagine di sintesi, storie di costrizioni della società contemporanea che a malapena ci permettono di restare a galla, realizzate con disegni a punzonatura di fattualità maniacale, strani oggetti di compagnia che emulano corporeità abnormi, minuscoli giocattoli di plastica che si tramutano in eroi straripanti per dimensioni e potenza energetica, sculture di piume che alitano nell’aria senza peso, ancora abiti costruiti, come per sfida, con il più impensabile dei mezzi, il calamo dei calamari, trasparente cartilagine dispensatrice di tremule lucentezze, arcobaleni di tulle e filati di plastica, acquari di pesci e uccelli che nella naturale mobilità compongono macchie cromatiche sempre diverse, ossia la pittura fatta con la vita, e ancora quadri immensi composti di soffici strati di carta giapponese come petali addensati in cui viene voglia di affondare le mani… Si può dire che l’arte di per sé, come atto creativo, comporta sempre la meraviglia, non fosse altro perché produce qualcosa che prima non c’era; però ci sono momenti nella storia, come nell’attualità, in cui il meraviglioso, proprio sul piano del visibile – sconfinando nei luoghi dell’altrove, dell’occulto, del surreale – occupa un posto debordante. Come eccesso di affermazione, di autoreferenza, come attestazione di un’urgenza creativa che necessita di reiterate proposizioni rivelatrici.
Note
1. Omar Calabrese, L’età neobarocca, Laterza, 1987
2. Gillo Dorfles, Elogio della disarmonia, Garzanti,1986
3. Michaela Giovanotti Joyce B. Korotkin, Neo baroque, ed. Charta, 2005
Maria Campitelli, critico d’arte e curatore, è presidente del Gruppo 78 International Contemporary Art il cui obiettivo è la promozione dell’arte contemporanea. Per esso cura le mostre e i cataloghi. Dal 1978, quando il Gruppo è stato fondato, ne ha curate oltre 250, incentrate sulla contemporaneità, interessandosi alla multimedialità, agli scenari introdotti dalle tecnologie avanzate, al rapporto arte/moda; ha lavorato anche in altre situazioni, come a Torino, dove nel 2004 è approdata a Palazzo Bricherasio, la mostra Aqua vita et mors, nel 2005 esportata a Londra. Ha promosso soprattutto i giovani, curando scambi anche con gli Stati Uniti. Dal 1996 porta avanti un ciclo di mostre internazionali denominato Natura Naturans.
E mi sorprende la meraviglia in cuore: visioni dell’incanto (di Paola Goretti)
E mi sorprende la meraviglia in cuore: visioni dell’incanto
Paola Goretti
Sostituiamo una forma di pensiero astrattamente concettuale
con una forma sensitivamente immaginifica
Gillo Dorfles, Elogio della disarmonia
E mi sorprende la meraviglia in cuore
di chi afferma che è un prodigio
Carme di Orfeo sul Corallo
Fin da quando i viaggiatori più ansiosi e desiderosi della conoscenza delle umane genti hanno solcato i mari, riempito gli atlanti, fabbricato i portolani per un orientamento più certo, non è mai venuto meno il sortilegio del racconto sulle mirabili fattezze viste nelle terre lontane, la registrazione sull’altro. E quanto più l’Europa si espandeva fuori dai confini conosciuti, portando l’Oriente in casa -quanto più forte e autentica la resistenza profonda a questo fatidico altro – tanto più propulsiva era invece la smania di conoscerlo in superficie, di assimilarne i comportamenti, di accorparne usi e costumi, di intrufolarsi nelle sue abitudini, di adottare in parte i suoi gusti, i suoi oggetti impossibili, i suoi vessilli. In breve, di collezionarlo, di possederlo. A lungo, questo fu il tempo della conquista e della classificazione, dell’appropriazione e del dominio. Turcherie, cineserie, esotismi, ibridismi, furono la risultante simbolica di un processo di acculturazione stratificato lungo tutti i sentieri della conoscenza; migrazioni, prestiti, scambi artistici e commerciali, viaggi di mercatura uniti alla febbre dell’antiquaria, per cavar fuori dal passato la sapienza dei savi, per far rivivere l’Oriente favoloso di Salomone o le gesta di Alessandro il Macedone, per impossessarsi del segreto delle Piramidi, di quei leggendari geroglifici creduti per secoli un astruso mezzo esoterico di iniziazione e non un semplice codice linguistico da decifrare. Libri di morti, oracoli, divinazioni e profezie consegnate alle pagine di rari incunaboli, peregrinazioni oniriche e divagazioni librarie, ascese a monti ventosi e infernali sprofondamenti negli ombelichi della dannazione, racconti di sonni iniziatici in cui i protagonisti – come nel sogno di Polifilo1 – cadono vittima di mirabili sortilegi, ritrovandosi improvvisamente in altri mondi, con altre genti, altre ere. Orfeo, Dante, Virgilio, Edipo e le sibille, tutte le profezie, tutte le sante antichità2. Ambasciatori e alchimisti, ciarlatani e mercanti, artisti e scienziati, esploratori e mecenati, schiere di uomini che andavano e venivano con resoconti e traffici, riportando scoperte terribili e rarissime; si dice che in quel luogo vivano uomini a forma di pesci palla e pesci a forma di nave, uccelli a tre teste e donne con seni che arrivano al ginocchio, nane barbute e capre che fanno il miele. E poi giardini, palazzi, fontane che zampillano rubini, pietra parlanti e città che scompaiono3, minareti di cristallo e tappeti volanti, ossa di balene preistoriche in groppa a torri araldiche zuccherose da somministrare agli ospiti sacri nell’avvento di ogni liturgia, per rinsaldare i patti di amicizia, le relazioni di ricongiungimento, le narrazioni dell’impossibile. Tutto questo è la terra. Un luogo di fantasmagorie. Di meraviglie, appunto. A volte, viene persino il dubbio che esista. Che le altre terre esistano. Che esista l’orizzonte. Nell’esperienza estetica del mondo – anche in quella più strampalata- dai lussi suadenti dei Livres de Merveilles alla febbre enciclopedica che colpì l’Europa intera a partire dalla seconda metà del Cinquecento, la meraviglia divenne brama del collezionismo più astruso4, fascinosa malattia malinconica5 per tenere il mondo sotto chiave e contemplarlo poi – erotizzato e venerato – tra teche sigillate dei tesori delle chiese, nei gabinetti di antichità, ammonticchiandolo sopra i tavoli più riposti o nel nobile teatro museografico di interi palazzi nobiliari. La storia è nota e sterminata ne è la sua bibliografia, fin dai capricci dell’arte tardogotica, nelle sue sorprendenti derive visionarie6. Non fu solo un atto ricreativo del savio o del principe nei territori finissimi dell’erudizione, l’accumulo di tutto il sapere per il godimento nelle ruminazioni solitarie o nelle esibizioni di parata7. Né solo quella dell’artista contemporaneo desideroso di riprendere la lezione dell’arte magica fin dalle avanguardie del primo Novecento8 e di volgerla in un nuovo processo di accostamento, di stravagante significazione alchemica, di ghiribizzo lunare in antico cifrario esoterico, di mescolanza ibrida e metropolitana; nemmeno il marchingegno intellettuale abile nel seminare un continuo depistaggio, lo spettacolare senso ludico, il rapinoso incanto del sortilegio del mondo9, fuori da ogni schema di appartenenza. Intenzionale o non intenzionale, in sguardo di formica e di elefante barocco, frammentatissima o frattale, bislacca e senza corsie lineari, volatile per eccesso smagrito di inconsistenza immateriale o tecnologica per alta definizione, eccentrica turbolenta instabile frastagliata labirintica corsara multiforme caotica addensata ridondante piena di eccesso, deforme enigmatica dissipativa straniante entropica ricreativa instabile discontinua disarmonica destabilizzante sinestetica vaga e ondivaga di certo-non-so-che, antigraziosa antibella anticlassica, come nelle ormai classiche indicazioni sui sistemi di valore di alcune categorie postmoderne,10 la meraviglia è divenuta a poco a poco un’attitudine allo sguardo (più che un reperto su cui favoleggiare), una strampaleria dello spettatore che diventa attore, una voragine di riconoscimento dove l’oggetto è solo un mediatore percettivo, un processo di visione ramificata in tutte le direzioni, aperta come una prassi illimitabile. In tutti i casi, un tuffo al cuore. Una coincidenza, piena di incantamento oracolare. Per questo, ancora si rincorre l’orma del meraviglioso. Le azioni quotidiane sbirciate da un buco di serratura che più non rinserra ma che al contrario invita a partecipare ai riti del living room, le eterne ambivalenze dei sensi e dei sessi, le eterne mitologie dell’androgino bifronte col suo carico di maschera e rivelazione,11 il trucco e la fenice di ogni trucco capace di condurre al più profondo disvelamento, gigantografie di pupazzetti mostruosizzati, l’effetto magico di disegni punzonati ad ago, l’esilità di ogni trama e la sua robustezza. Rammemoranti striscioline fotografiche, ritratti mobili in costante trasformazione, morbidissima carta giapponese in petali di fiore delicato, plissettature piene di vento, l’anima dei calamari in forma di abito, seppie cartilaginose e trasparenti come perline da indossare, le parole da portarsi addosso come case di cartone, pianoforti suonati dal canto degli uccelli di gabbia e di voliera, piume rubate al turbinare delle apparizioni, nuvole come volo di piume, in forma di tessitura senza rovine, sottile di sconfinata azzurrità. Sarebbero piaciuti a Leonardo i nuovi eroi del movimento; a Ovidio e Lucrezio i lampi sulla fuggevolezza temporale;12 la ruota del tempo inflessibile e infallibile, rotoloni di carta che dispiegano lo sfasamento, lo spaesamento delle sovrapposizioni, la simultaneità dell’eterno ritorno e della sua finzione – della durata e della sparizione – e nel contempo il suo assolutissimo mistero, inanellato come un serpente dentro alla casa dell’Eternità13. Che dio-unicorno vivente di pura purezza che filtra orme da tutti i passati possibili, da tutti i futuri concepibili, da tutte le combinazioni immaginabili, lasciando bava di stelle, rovine smozzicate e fatiscenti che mantengono intatta tutta la sua argentata energia – non vuole mai essere superato. Scorporato, conosciuto, indagato. Perché è orgoglioso, dio. È così. E noi – ci insegnano – gli dobbiamo rispetto. La meraviglia non è allora solo l’attitudine al ricciolo, agli spregiudicati sentimenti dell’eccesso, non solo la convulsione barocca, l’estasi erotica sgranata nella superficie cangiante delle cose, il trattenimento melanconico compiuto in un processo di miniaturizzazione – o di ingigantimento – capace di ricostruire il mondo dentro a infinite scatole magiche. Essa non è solo l’epifania dell’orca dei fondali, i relitti di un paese invisitabile, i nani e i ciclopi, il copricapo di piume di Montezuma, la saliera cesellata di Benvenuto Cellini. Non solo il canto auricolare della conchiglia, i noccioli di pesca intagliati di Properzia de’ Rossi, l’Eneide dipinta in una conchiglia, la donna barbuta e il mostro a nove teste, la mandragora e il basilisco, la pietra del bezoar e gli animali fossili dell’arca di Noè o, soprattutto il fossile vivente sopra ogni cosa: l’arcano semprevivo Santo Graal. Forse la nuova frontiera della meraviglia è un atto d’amore respirante, il sentimento illimitato di innamoramento totale, furore delle rose, dolcezza incontenibile, per fare cuore con chi ascolta, farsi suo talismano.14 Lo scarto percettivo che subentra laddove l’opera d’arte si fa sistema di guarigione, prospettiva di liberazione (e non di sigillo), in cui è la riqualificazione della materia del tempo a farsi meraviglia, il suo assaporamento inconsumabile, nell’acqua senza fine dell’infinito presente.15 Perché se è vero che essa è anche figlia di un richiamo sensibile a un tempo altro – scivolante come una passeggiata fatta con occhi sempre nuovi -, è precisamente mediante il rispetto che al tempo è capace di tributare che essa diviene anche madre e generatrice, come di un più maturo frutto. La vita paga del presente – come meraviglia – la gratitudine restituita al creato nella grazia semplice della propria intimità.16 Nelle infinite forme del colloquio. “I disegni del cielo si vedono sulla terra”17diceva Adalgisa Lugli nel suo dottissimo insegnamento che avanzava per scarti alla norma, imprudenze, accostamenti, onnivore temporalità; senza mummificare, senza ossificare, senza rendere pietra. Semai, liberando anche la pietra dal suo essere fossile per restituirla al regno dell’intercapedine, del dubbio e del dialogo, della reciprocità. Ad essa pervengono a frotte le qualità della luccicanza, la mappe del pensiero emotivo finemente intrecciato,18 la sostanza più esile dell’infinito collegamento. In essa si compie lo scioglimento di ogni enigma perché in essa viene custodito il mistero vivente di ogni visitazione, dove l’unità non va ricomposta – semmai, rinnovata – perché mai si è davvero perduto il suo armonico canto. La dissoluzione della compattezza del mondo ha reso il mondo così poroso e friabile, sospiroso come una ragnatela piena di buchi e di immensa rugiada. Le qualità dell’imperfezione – il loro sedimento inevitabile che non ne offusca l’intima bellezza – ci hanno insegnato per via orientale la poesia intrattenibile di ogni scorrimento, 19 fino a confondere il loro lessico con la grammatica dell’umanità. In questa prospettiva, la meraviglia diviene allora luce trasfigurante di immensa umanità, ritorno all’umano. Così, dopo aver visto tutto – dopo aver tutto collezionato – sopra ogni tempo, fino alla fine del tempo, dentro alle cavedagne di pianura o alle montagne dell’eternità anche una luce piccola potrà bastare per l’accensione dell’incanto; il fiorire di tenerezza liquorosa, la pace che si addensa in certi monasteri, per antiche conversazioni. La meraviglia come sistema dell’a-venire ci scalderà per sempre il cuore, in una prospettiva di abbandono che saprà ancora evolvere la pienezza senza possederla, restando mobile, aperta. Come l’immensità di un paradosso.
“C’era una volta un beduino che viveva nel deserto, gli occhi brillanti più di ogni pietra, lo sguardo fondo di generazioni.
Nessuno lo capiva, ma lui, imperterrito,continuava a seguire la sua strada, la missione che il signore gli aveva affidata nel giorno del suo nascere.
Un giorno, spinto dalla curiosità per quest’uomo che emanava luce, gli si avvicinò un passante. Con rispetto, gli chiese:
“Ma tu, che lavoro fai?”
E il beduino rispose:
“Io?
Niente.
Lavoro con le stelle”
Divinità angelica, la meraviglia. L’istante liberato di continuo, nella sua infinita successione di momenti. Entità del cuore senza inganno in un tempo slittante e felice, in un ponte gettato tra qui e l’altrove, figura della forza e dell’istante caduco, eppure durevole; come le più durevoli stazioni della pietà popolare, del sorriso, dell’umanità; 20 vento che passa nel giusto tempo – in tempo reale -, e passando convoca le presenze per scioglierle, tenda migrante di un carico leggero, incessante comunione di terra e cielo dove il giusto incontra se stesso e in questo, gli altri. La meraviglia è ovunque, e siamo noi. Noi, i suoi disegni, la sua avventura, la sua occasione, la sua smisurata consolazione. Noi, la sua – e nostra – meravigliosa felicità.
Note
1. Arcinoto, F. Colonna, Hypnerotomachia Poliphili,a cura di G.Pozzi e L. A. Ciapponi, Padova, Antenore, 1980
2. Per me insuperabile, C. R.Chiarlo, “Gli fragmenti dilla sancta antiquitate”: studi antiquari e produzione delle immagini da Ciriaco d’Ancona a Francesco Colonna, in Memoria dell’antico nell’arte italiana, a cura di Salvatore Settis, Tomo primo, L’uso dei classici, Torino, Einaudi, 1984, pp. 269-297
3. Arioli, Le città mirabili.Labirinto arabo medievale, Milano, Mimesis, 2003.
4. Insostituibile, A.Lugli, Naturalia et Mirabilia. Il collezionismo enciclopedico nelle Wunderkammern d’Europa, a cura di Martina Mazzotta, introduzione di Roland Recht, Milano, Mazzotta (ristampa), 2005. Si veda anche il recente Visioni del Fantastico e del Meraviglioso prima dei Surrealisti.Opere della Fondazione Antonio Mazzotta, a cura di Gabriele Mazzotta, Milano, Edizioni Mazzotta,2004.
5. Su questi aspetti rimando a J.Clair, Mélancolie –génie et folie en Occident, Paris, 2005.
6. Davvero fondanti, J.Baltrusaitis, Il Medioevo fantastico. Antichità ed esotismi nell’arte gotica, Milano,Adelphi,1973 e R.Caillos, Nel cuore del fantastico, Postfazione di Guido Almansi, traduzione di Laura Guarino, Torino, Feltrinelli, 1984. A me assai caro anche D.Poiron, Il meraviglioso nella letteratura francese del medioevo, Torino, Einaudi, 1988.
7. C. Franzoni, “ Rimembranze d’infinite cose”.Le collezioni rinascimentali di antichità, in Memoria dell’antico nell’arte italiana, op.cit., pp. 301-360. Singolari anche le vicende di Utz, eretico collezionista di statuette in porcellana sotto il controllo glaciale di uno Stato poliziesco. B.Chatwin, Utz, Milano,Adelphi, 1989.
8. Bréton, L’arte magica, con la collaborazione di Gérard Legrand, Traduzione di Roberto Lucci, Milano, Adelphi, 1991.
9. Bellissimo a questo proposito, L. Mancini, Il rovinoso incanto. Storia di Sirene antiche, Bologna,Il Mulino, 2005.
10. Si vedano gli ormai classici G.Dorfles, Elogio della disarmonia, Milano,Garzanti, 1986 e O. Calabrese, L’età neobarocca, Bari, Laterza, 1987.
11. E. Zolla, Incontro con l’androgino:l’esperienza della completezza sessuale, Como, Red, 1995.
12. Paradigma sostanziale della contemporaneità, Lucrezio, La natura delle cose (De rerum natura), a cura di Guido Milanese, Introduzione di Emanuele Narducci, Milano, Mondadori, 1992. Fondante anche I. Calvino, Lezioni Americane.Sei proposte per il prossimo millennio, Milano, Mondadori, 1993; in particolare, Leggerezza, pp. 7-35.
13. M. L.Von Franz, L’esperienza del tempo. Il dio arcano che presiede alla vita, Como,Red, 1995.
14. Come sempre, rimando ai versi della mia amata Mariangela Gualtieri. Teatro Valdoca, Misterioso Concerto, Prima Nazionale, Rimini, Teatro degli Atti, 30 aprile 2006. Anche M. Gualteri, Senza polvere senza peso, Torino, Einaudi, 2006.
15. Questi concetti che insistono sulla necessità di “presentificare il presente in corso” sono rintracciabili in innumerevoli testi,antichi e moderni.Per averne già lungamente trattato, rimando al mio Il sentimento della cura. Appunti per un dialogo affettivo, Pavia, Ibis, 2004. In particolare, La cura del tempo, pp. 151-190.
16. R. De Monticelli, Nulla appare invano,Milano,Baldini Castaldi Dalai, 2006.
17. Questo il bellissimo titolo dell’intervento di Alessandra Rizzi nell’ambito del convegno a lei dedicato, a dieci anni dalla prematura scomparsa. Dal Libro di natura al teatro del mondo. Seminario di studi in onore di Adalgisa Lugli, Bologna, Aula Magna Biblioteca Universitaria, 15-16 febbraio 2006.
18. Rimando all’incantevole L. Van Swaij, J. Klare, Atlante del mondo interiore, testo di David Winner, traduzione di Silvia Nerini, Bologna, Pendragon, 2001.
19. L. Koren, Wabi-Sabi. Per artisti, designer, poeti e filosofi, Milano,Ponte alle Grazie,2002.
20. Magnifica e commovente espressione. Si veda Gli angeli custodi. Storia e figure dell’”amico vero”, Trattati barocchi scelti e introdotti da Carlo Ossola, Testi a cura di Silvia Ciliberti e Giacomo Jori. Nota biografica a cura di Linda Bisello, Torino, Einaudi, 2004.
Paola Goretti, cinquecentista, esperta di didattica integrata (sensoriale), già docente di Scenari presso l’Università dell’Immagine di Milano (anni 1999-2004), co-docente per l’Università di Bologna e Rimini (2000-2002) attualmente docente di Storia del Costumepresso L.UN.A (Libera Università delle Arti) situata a Bologna, consulente per la progettazione la ricerca e la didattica della moda antica presso il Polo Museale di Bologna, Mantova, Ferrara, Faenza e per altre numerose istituzioni culturali. Insieme a Jadranka Bentini ha recentemente curato la sezione cinque- sei-settecentesca della mostra Un diavolo per capello dalla Sfinge a Wharol. Arte Acconciature Società a cura di Pietro Bellasi e Tulliola Sparagni, Bologna, Museo Civico Archeologico, 7 aprile- 2 luglio 2006, catalogo Mazzotta. Autrice di una ventina di saggi di ambito cinque-seicentesco, tre libri a quattro mani e uno da sola, Il sentimento della cura: appunti per un dialogo affettivo, Pavia, Ibis, 2004, a cui è legatissima.
Roberto Capucci tra rigore e spettacolarità (di Luciano Panella)
Roberto capucci tra rigore e spettacolarità
Luciano Panella
“Chi, come me, vive nell’atmosfera rarefatta, esaltata, drammatica, dei laboratori di sartoria, sa che pochissima differenza li separa dagli studi di pittori e scultori. Soltanto, un quadro o una scultura hanno il dovere di durare, di esercitare un’influenza sull’avvenire. Un cappello, no, un cappello deve, volando, soffiando, sospirando, sparire al più presto. ” Così Irene Brin nel 1963 commenta la linea sottile che separa la ricerca nella moda e la ricerca nell’arte contemporanea e non a caso uno dei talenti più ammirati dalla decana delle giornaliste italiane è proprio Roberto Capucci. Roberto Capucci viene ormai riconosciuto a livello internazionale non solo come un creatore di moda, ma anche come un artista; alcuni tra i più importanti musei nel mondo, come la Galleria del Costume di Palazzo Pitti a Firenze, il Museo Fortuny a Venezia, il Victoria and Albert Museum di Londra e il Kunsthistorisches Museum di Vienna, ospitano in permanenza sue creazioni. Il suo lavoro è stato oggetto anche di numerosissime mostre personali, come quelle presentate a Palazzo Bagatti Valsecchi di Milano (1999), al Palazzo delle Esposizioni di Roma (1994), a Palazzo Strozzi di Firenze e allo Stadtmuseum di Monaco di Baviera (1990); in altre iniziative i suoi abiti sono stati affiancati a pezzi storici, come le armature asburgiche da cerimonia (Kunsthistorisches Museum di Vienna nel 1991) o le opere quattrocentesche di Benozzo Gozzoli e del Perugino (Montefalco – Perugia nel 1994). Roberto Capucci nasce a Roma nel 1930. Fonda la sua sartoria giovanissimo e partecipa alle prime manifestazioni di “made in Italy” organizzate a Firenze dal marchese Giorgini, per poi spostarsi a Parigi e infine ritornare a Roma. La prima cliente celebre è l’attrice Isa Miranda a cui fanno seguito una lunga lista di personaggi del cinema e dell’alta società, da Gloria Swanson a Marilyn Monroe, da Jackie Kennedy a Rita Levi Montalcini. Fin dall’inizio Capucci si distingue per uno stile personale, in cui forme, colori e materiali vengono plasmati come sculture. Le suggestioni per le sue creazioni possono venire da un viaggio, da un materiale, dall’osservazione di un animale o di una pianta. Ricorda Capucci stesso che “Il famoso vestito a cerchi concentrici nasce dall’osservazione di un sasso lanciato nell’acqua; i vestiti fosforescenti che sfilarono al buio nel 1965 a Parigi, nascono dalla suggestione di una processione di fedeli che andavano lentamente pregando con in mano dei rosari fosforescenti”. Innumerevoli le collaborazioni, i riconoscimenti e i primati nella sua lunghissima carriera, come l’Oscar della Moda americano ottenuto ad appena 28 anni con la “linea a scatola”, primo italiano ad esserne insignito. Con il passare degli anni Capucci elabora una propria visione della moda sempre più ispirata da una continua ricerca e sempre più svincolata dalle necessità del mercato e dalle scadenze fisse delle sfilate, respingendo la definizione ormai abusata di “stilista” per preferire quella di “ricercatore”. Una creatività che però non si prende troppo sul serio: “Nei miei abiti l’elemento ironico è spesso presente, non si deve aver paura di andare fuori dai canoni normali, di essere ironici… Se uno pone dei limiti è costretto a rimanerci per tutta la vita”. Man mano che negli anni ’80 la moda si afferma come un fenomeno della cultura di massa, Capucci si riserva uno spazio a parte, scegliendo di sfilare in palazzi antichi, in sale da concerto, nei saloni dei musei, proponendo abiti richiesti per grandi balli o cerimonie importanti, abiti curati come pezzi unici, che possono richiedere mesi di lavoro e molti metri delle stoffe più preziose, alla ricerca delle bellezza: “Io ho bisogno di vedere il bello, ma in tutte le sue manifestazioni, che sia in un quadro o in un brano di musica. Una musica equivale a un’opera d’arte, a un’architettura, a un’ombra, a una foglia, a una nuvola. Io sono molto curioso, osservo. E poi nascono cose completamente diverse.”
(Le citazioni di Roberto Capucci sono tratte dall’Agenda della Moda 2002, Milano, Editoriale Giorgio Mondadori)
Luciano Panella si è occupato di letteratura americana per le Edizioni Ricerche di Trieste e di editoria ungherese (Progetto “Librografica”, Biblioteca Civica di Trieste, 1993). Ha contribuito ai cataloghi di alcune mostre curate da Maria Campitelli per il Gruppo 78 di Trieste con testi su Irene Brin, Germana Marucelli, Sonia Delaunay. Ha collaborato al progetto multimediale Per Sempre, ideato dall’artista Daniela Michelli (Trieste, Muggia, Duino Aurisina, 2004).
Wonderful o della meraviglia (by Maria Campitelli)
Wonderful o della meraviglia
Maria Campitelli
This exhibition follows the paths of excess and stupefaction in terms of linguistic and semantic exploration, oscillating between art tout court and the fashion world, united by elements already defined in previous studies carried out by Gruppo 78 such as Garden Fashion(2001), Other Fashion(2002), Imagerie Art Fashion(2003), and Corpo/Moda/Mente(2005). Expressive enrichments, redundancies, hybridisation, and an explosive recovery of imagination have for a long time been invading the art and fashion world and many other creative sectors, contrasting the aseptic conceptualism and linguistic reductionism typical of a decade ago. Therefore, is this a return to baroque? A return to Marino’s idea that “a poet’s ultimate aim is to create wonder”? Could it be a return in the footsteps of Vico’s recurring cycles? Having exhausted reductionism and dismissed the apparent, is the trend reversing, contrasting all that is rational with a return to sensory and sensual concepts by reintroducing frills and decorations, and previously unconceivable highly imaginative phantasmagorias? Twenty years ago, Omar Calabrese1 wrote about neo-baroque in his analysis and Gillo Dorfles before him. Gillo Dorfles2 paved the way with “Elogio della disarmonia” (In Praise of Disharmony) which praised the asymmetric and irrational world that characterises contemporaneity in antithesis with the classic parameters of symmetry and proportion which can be found in art and thought. According to Calabrese the neo-baroque spirit is a sign of our times and is recognizable in certain basic behavioural and artistic attitudes such as instability, fragmentism, eccentricity (a push away from the centre, towards the edge of order) and excess (lack of restraint blended with the monstrous – era of monsters=wonderful), multidimensionality… all favoured by the influence of mass media. This last statement clearly underlines the inevitable difference with historical baroque. Apart from these Leitmotivs which are certainly recognizable still today, in our times we can see a return to the desire for beauty which until recently had been set aside as a synonym for banality; a need for sumptuous parameters of the apparent which do not necessarily mean the exclusive exaltation of the surface but rather the need for striking appearance to express a strong thought. The recognition of baroque is also represented by exhibitions such as the recent one called Neo-Baroque, organised by Byblos Art Gallery in Verona3 which grouped ten artists, mainly American, led by the excessive, iterative, mystifying Petah Coyne, with her sepulchral, unlimited installations of artificial flowers, candles and birds. The stupefying form contains the mystery of death, the excessive quantity underlines the infinite dimension of existence. In this context, artist Nicola Verlato said he realised that artistic sensitivity was changing at the beginning of the 1990s when he saw the marble work of art Jeff and Ilona(1991) by Jeff Koons at the Biennale of Venice. In fact this work of art evokes, with all the irony and playfulness which characterises this artist, the famous busts of Bernini, the maximum expression of baroque art. Clearly this statement must not be taken literally but considered from a broader point of view. Neo-baroque did not start with Koons’ ludic expression, but his work of art certainly represents a different way of approaching art. Alongside the residues of pop art left by Warhol, Koons portrays the strength of an image defined in all its details, the need for a total art epiphany also in terms of execution technique that allows the creation of sculptures according to historical tradition, yet enveloped by the ironic and transgressive smile of the author. The great sea of contemporary art has been shaken and this has brought back obsolete ways of doing art, figurative representation, and a clearly defined form after so much informal and conceptual art, a declared and detailed representation with new technical virtuosities (suffice to think of the New Academy of St. Petersburg where the source of inspiration is neoclassicism rather than baroque, which can correspond in terms of descriptive redundancy). However, alongside this we must not forget technological invasiveness; even a digital video can be considered “neo-baroque”, for example the work of Alessandro Amaducci which pours out thousands of images in continuous transformation in virtue of the unlimited potential of electronics. In other words if we want to talk about neo-baroque we must bring it up to date with new media potential, new scientific horizons, and post-humanity which thinks along the lines of clones and nanotechnologies with concrete possibilities of mutations in the complexity of the body and therefore of life. A continuously mutating world in terms of research, knowledge, art production and concepts. This is an exhibition that goes beyond neo-baroque, which wants to unite different personalities capable of amazing us thanks to the methods adopted not only to create a work of art but to generate an idea, an intuition where sky and earth often meet, distorting the parameters of sanctioned languages by bending them with total freedom to the needs determined by the project. Thus clothes become sculptures or photographs become clothes, perfect mimesis of settings which become real and acquire the dynamism of life through image of synthesis, stories of constrictions by contemporary society which hardly allow us to survive, created with punched drawings of an obsessive factualness, strange accessories which emulate an abnormal corporeity, small plastic toys transformed into heroes of enormous dimensions and energetic power, feather sculptures that blow lightly in the air, more clothes built, almost as a challenge, using the most unthinkable means, squid bones, a transparent cartilage that dispenses trembling brilliance, tulle rainbows and plastic weaves, aquariums with fish and birds which with their natural movements create chromatic blotches which vary continuously, in other words paintings painted with life, and enormous pictures made of soft layers of Japanese paper like thick petals in which you want to plunge your hands… We can say that art per se intended as a creative act always includes an element of wonder, if only because it produces something which wasn’t there before; however there have been moments in history as there are in the present where what is wonderful and apparent, straying into elsewhere, into occultism and the surreal, occupies an overflowing position. Art intended as excess of assertion, self-reference, as testimony of a creative urgency that requires repeated and revealing propositions.
Notes
Omar Calabrese, L’età neobarocca, Laterza, 1987
Gillo Dorfles, Elogio della disarmonia, Garzanti,1986
Michaela Giovanotti Joyce B. Korotkin, Neo baroque, ed. Charta, 2005
Maria Campitelli, art critic and curator, is the Director of Gruppo 78 International Contemporary Art which promotes Contemporary Art. She organizes exhibitions and puts together catalogues for the group. Since the Group was founded in 1978, she has taken care of over 250 exhibitions focusing on contemporary art, multimedia, scenarios brought about by advanced technology, and the relationship between art and fashion. She has also been involved in other projects, for example in Turin where she organized the Aqua vita et morsat Palazzo Bricherasio, which was moved to London in 2005. She has promoted above all young artists, and organized cultural exchanges with the United States. Since 1996, she has managed a cycle of international exhibitions called Natura Naturans.
And wonder surprises my heart: vision of enchantment (by Paola Goretti)
And wonder surprises my heart: vision of enchantment
Paola Goretti
We substitute a form of abstractly conceptual thought
with a sensibly figurative form
Gillo Dorfles, Praise to disharmony
And the wonder of anyone stating he is a prodigy
surprises my heart
Orpheus’ poem on Coral
Since ancient times, when the most anxious travellers eager to discover the human beings have ploughed the seas, filled the atlantes and written navigation manuals for a more secure orientation, the sortilege of the story-telling on the wonderful features seen in the distant lands, the registration on the other, has never failed to exist. And the more Europe expanded outside the known borders, bringing home the East -the stronger and more authentic was the deep resistance to such a fateful other – and the more propulsory was instead the eagerness to know the other’s surface, to acquire its behaviour, to store its uses and costumes, to slip into its habits, to partially adopt its tastes, its impossible objects and its flags. In short, to collect and own the other. This was the time of the conquest and the classification, of the appropriation and the domain for a long time. Turkerie, chinoiserie, exotisms and hybridisms became the symbolic result of a stratified process of acculturation along all the paths of knowledge; migrations, loans, artistic and commercial exchanges, trading journeys and antique trades, to take out from the past the wisdom of the sages, to experience the wonderful Orient of Salomon or the exploits of Alexander the Macedonian, to take possession of the secret of the Pyramids, those legendary hieroglyphs that for centuries were thought to be an abstruse esoteric medium of initiation and not a simple linguistic code to decipher. Books on dead, oracles, divinations and prophecies assigned to the pages of rare incunabula, dreamlike wanderings and book digressions, ascents to windy mounts and terrible sinkings into the navels of damnation, stories on initiatory sleeps in which the protagonists – like in the Poliphilo’s dream1 – become the victims of wonderful spells, finding themselves all of a sudden in other worlds, with other people, in other eras. Orpheus, Dante, Virgil, Oedipus, sibyls, all the prophecies, all the holy antiques.2
Ambassadors and alchemists, quacks and merchants, artists and scientists, explorers and benefactors, crowds of men coming and going with reports and trades, telling about terrible and rare discoveries. That place is said to be inhabited by men having the shape of a fish, ship-shaped fishes, three-head birds and women with breast reaching their knees, bearded frogs and goats that make honey. And again gardens, palaces, sapphires spurting from fountains, speaking stones and disappearing cities,3 crystal minarets and flying carpets, bones of prehistoric whales on sugary heraldic towers to administer to the sacred guests in the advent of any liturgy. All this in order to strengthen friendships, to rejoin relationships and to narrate the impossible. The earth is all this. A place of phantasmagories. A place of wonders. Sometimes, you may even think that that place truly exists, the other earths exist, the horizon exists. In the aesthetical experience of the world – even in the strangest one -, from the persuasive luxuries of the Livres de Merveillesto the encyclopaedic fever that hit all Europe starting from the second half of the sixteenth century, the wonder became the avidity of the most abstruse4 collecting, a fascinating melancholic disease5 in order to keep the world locked and to contemplate it later, erotized and worshipped – among sealed caskets of churches’ treasures, in the private rooms containing antique objects, on the most hidden tables or in the noble museographic theatre of entire nobiliary palaces. The history is known and its bibliography is endless, starting already from the whims of the late-gothic art in its surprisingly visionary drifts.6 The store of all knowledge for the enjoyment of solitary pondering or in parade exhibitions was not only a recreative act of the sage or of the prince in the very refined territories of erudition. 7 Neither it was only a recreative act of the contemporary artist eager to draw on the lesson of the magic art starting from the avant-garde movements in the early twentieth century8 and to turn it into a new process of approach, strange alchemic signification, lunar whim in an ancient esoteric cipher book, hybrid and metropolitan mixture. Nor the intellectual ruse able to sow a continuous diversion, the spectacular playful sense, the overwhelming charm of the world spell,9 free from any kind of scheme. Intentional or non-intentional, with the look of an ant or of a Baroque elephant, fragmented or fractal, odd and without linear paths, excessively volatile, free of immaterial or technological inconsistence for high definition, eccentric, turbulent, unstable, uneven, labyrinthic, pirate, multiform, chaotic, dense, redundant, full of excess, deformed, enigmatic, dissipative, alienating, entropic, recreative, discontinuous, disharmonious, destabilizing, synaesthetical, vague, not pretty, not beautiful, not classic, like in the classic indications on the value systems of some post-modern categories, 10wonder has become, little by little, an attitude to the glance (more than a find on which it is possible to tell fantastic stories about), an oddness of the spectator that becomes actor, an abyss of recognition where the object is only a perceptive mediator, a process of branched vision in all directions, as open as an unlimitable praxis. In all cases, heartbreaks. A coincidence full of oracle enchantment. Therefore we are still running after the trace of wonder. The daily actions peeped from a keyhole that is no more used to lock but, on the contrary, that invites to participate in the rituals of the living room, the eternal ambivalence of the senses and sexes, the eternal mythologies of the two-faced androgyne with his/her load of mask and revelation,11 the make-up and the phoenix of any make-up able to lead to the deepest disclosure, giant posters of weird human figures looking like monsters, the magic effect of the needle-punched drawings, the weakness of any plot as well as its strength. Recalling photographic strips, mobile portraits in continuous transformation, very soft Japanese paper in petals of delicate flowers, pleats full of wind, the soul of squids with the shape of a dress, cartilaginous and transparent cuttlefishes like little pearls to wear, words to carry like cardboard houses, pianos played by the chirping of cage and aviary birds, feathers stolen from whirling appearances, clouds like flying feathers with a perfect weaving shape and a fine touch of boundless blueness. Leonardo da Vinci would have certainly liked the new heroes of movement; Ovidius and Lucretius would have liked the lightning on the temporal fugacity;12 the inflexible and infallible wheel of time, rolls of paper unfolding the bewilderment, the confusion of superimpositions, the simultaneity of the eternal return and of its fiction – its duration and disappearance – and at the same time its absolute mystery curled like a snake in the palace of Eternity.13 God -unicorn living by pure purity that filters traces from all possible pasts, from all conceivable futures, from all imaginable combinations, leaving a dribble of stars as well as broken and crumbling ruins that keep all his silver energy intact – never wants to be over-come. Analysed, known, surveyed. Because God is certainly proud. And we – as we are taught- must show respect to him. Wonder is therefore not only the attitude to curls and ribbons, to the feelings of excess, it is not only the baroque convulsion, the erotic ecstasy in the colour changing surface of things, the melancholic entertainment in a process of miniaturization – or magnification – able to rebuild the world inside never ending magic boxes. It is not only the epiphany of the orc of the ocean floors, the ruins of a land that cannot be visited, the dwarfs and the Cyclopes, Montezuma’s feather headgear, Benvenuto Cellini’s chiselled saltcellar. It is not only the singing of the shell, the engraved peachstones of Properzia de’ Rossi, the Aeneid painted in a shell, the bearded woman and the nine-head monster, the mandrake and the basil, the Bezoar stone and the fossil animals of the Noah’s Arch, or, above all, the fossil living above all things: the endless mystery of the Holy Graal. Maybe the new frontier of wonder is a breathing loving act, the never ending feeling of falling completely in love, the frenzy of roses, the uncontainable sweetness, to become a heart with the person listening, to become his talisman.14 The perceptive impulse occurring where and when the work of art becomes a healing system, a perspective of liberation (and not of seal), in which the re-qualification of the matter of time becomes a wonder, its inconsumable savouring, in the endless water of the present infinity.15 Because if it is true that it is also the result of a sensitive recall to another time – as sliding as when we go for a walk with new eyes-, it is precisely through the respect that it is able to give to time that it also becomes a generator of a riper fruit. Of the present as a wonder, life pays the gratefulness returned to the creation in the simple grace of its intimacy.16 In the endless forms of talking. “The drawings in the sky can be seen on earth”17 as Adalgisa Lugli said in her erudite teaching based on discards to norm, imprudences, combinations, omnivore temporalities; without mummifying, ossifying, turning into stone. Yet, releasing even the stone from its fossil being to return it to the kingdom of the hollow spaces, of the doubts and dialogue, of reciprocity. It receives in flocks all the qualities of the twinkling, the maps of the finely interlaced emotional thought,18 the weakest substance of the endless connection. In it every enigma melts because in it the living mystery of every visitation is stored, where unity must not be recomposed – but renovated – because its harmonious singing has never ever gone lost. The dissolution of the compactness of the world has made the world so porous and friable, so sighing as a web full of holes and immense dew. The qualities of imperfection – their unavoidable sediment that does not blur its intimate beauty – have taught us through oriental influences the unstoppable poetry of every flowing, 19 up to mix up its lexicon with the grammar of humanity. In this perspective, the wonder becomes light transfigured with immense humanity, return to the human. Therefore, after seeing everything – after collecting everything – above any time, until the end of time, in the headlands or in the mountains of eternity, even a small light will be enough to activate the enchantment; the blossoming of sweet tenderness, the peace thickening in some monasteries, antique conversations. Wonder as a system of the “present” will make our heart warm forever in an abandoning perspective that will further evolve the fullness without owning it, remaining motionless and open. Like the immensity of a paradox.
“Once upon a time there was a Bedouin who lived in the desert. His eyes were brighter than any stone and his look was full of generations.
Nobody understood him, but he continued unperturbed to follow his way, the mission that the Lord had assigned to him on the day he was born.
One day, a passer-by, driven by curiosity for such a man able to shed light, approached him.
Respectful he asked him:
“May I know what you do for living?”
And the Bedouin answered:
“Me?
Nothing.
I work with stars”.
Wonder is an angelic Divinity. The instant continuously made free in its endless succession of moments. Entity of the heart without deception in a sliding and happy time, in a bridge thrown between here and elsewhere, figure of strength and of the fleeting yet durable instant; just like the most durable stations of the popular pity, smile and humanity;20 wind passing by at the right time – in real time -, and while passing it summons all presences in order to melt them, migrating curtain of a light load, constant communion of earth and sky where the just man meets himself and, so, the others. Wonder is everywhere, and it is us. We, and its drawings, its adventure, its occasion, its endless consolation. We and its- and our- wonderful happiness.
Notes
1. Very famous, F. Colonna, Hypnerotomachia Poliphili,edited by G.Pozzi and L. A. Ciapponi, Padua, Antenore, 1980.
2. For me incomparable, C. R.Chiarlo, “Gli fragmenti dilla sancta antiquitate”: studi antiquari e produzione delle immagini da Ciriaco d’Ancona a Francesco Colonna, in Memoria dell’antico nell’arte italiana, edited by Salvatore Settis, 2st tome, L’uso dei classici, Turin, Einaudi, 1984, pagg. 269-297.
3. Arioli, Le città mirabili.Labirinto arabo medievale, Milan, Mimesis, 2003.
4. Irreplaceable, A.Lugli, Naturalia et Mirabilia. Il collezionismo enciclopedico nelle Wunderkammern d’Europa, edited by Martina Mazzotta, introduction by Roland Recht, Milan, Mazzotta (reprint), 2005. Please see also the recent Visioni del Fantastico e del Meraviglioso prima dei Surrealisti.Opere della Fondazione Antonio Mazzotta, edited by Gabriele Mazzotta, Milan, Edizioni Mazzotta,2004.
5. Please refer to J.Clair, Mélancolie –génie et folie en Occident, Paris, 2005.
6. Extremely important, J.Baltrusaitis, Il Medioevo fantastico. Antichità ed esotismi nell’arte gotica, Milan,Adelphi,1973 and R.Caillos, Nel cuore del fantastico, Afterword by Guido Almansi, translated by Laura Guarino, Turin, Feltrinelli, 1984. To me, very dear is D.Poiron, Il meraviglioso nella letteratura francese del medioevo, Turin, Einaudi, 1988.
7. Franzoni, “ Rimembranze d’infinite cose”.Le collezioni rinascimentali di antichità, in Memoria dell’antico nell’arte italiana, op.cit., pages. 301-360. Also the peculiar adventures of Utz, heretical collector of porcelain statuettes under the glacial control of a Police State. B.Chatwin, Utz, Milano,Adelphi, 1989.
8. Bréton, L’arte magica, in collaboration with Gérard Legrand, Translated by Roberto Lucci, Milan, Adelphi, 1991.
9. In this context, I recommend L.Mancini, Il rovinoso incanto. Storia di Sirene antiche, Bologna,Il Mulino, 2005.
10. Please see the classic G.Dorfles, Elogio della disarmonia, Milan,Garzanti, 1986 and O. Calabrese, L’età neobarocca, Bari, Laterza, 1987.
11. E. Zolla, Incontro con l’androgino:l’esperienza della completezza sessuale, Como, Red, 1995.
12. Paradigma sostanziale della contemporaneità, Lucrezio, La natura delle cose (De rerum natura), by Guido Milanese, Introduction by Emanuele Narducci, Milano, Mondadori, 1992, and I. Calvino, Lezioni Americane.Sei proposte per il prossimo millennio, Milano, Mondadori, 1993; in particular, Leggerezza, pp. 7-35.
13. M. L.Von Franz, L’esperienza del tempo. Il dio arcano che presiede alla vita, Como,Red, 1995.
14. As usual, please refer to the verses of my beloved Mariangela Gualtieri. Teatro Valdoca, Misterioso Concerto, Prima Nazionale, Rimini, Teatro degli Atti, 30 April 2006. And also M. Gualteri, Senza polvere senza peso, Turin, Einaudi, 2006.
15. These concepts insisting on the need to “make the current present as present” can be retraced in so many ancient and modern texts. Please refer to my Il sentimento della cura. Appunti per un dialogo affettivo, Pavia, Ibis, 2004. In particular, La cura del tempo, pages. 151-190.
16. R. De Monticelli, Nulla appare invano,Milano,Baldini Castaldi Dalai, 2006.
17. This is the beautiful title of the speech made by Alessandra Rizzi within the conference dedicated to Adalgisa Lugli, ten years after her death. Dal Libro di natura al teatro del mondo. Seminario di studi in onore di Adalgisa Lugli, Bologna, Aula Magna Biblioteca Universitaria, 15-16 febbraio 2006.
18. Please refer to the wonderful L. Van Swaij, J. Klare, Atlante del mondo interiore, written by David Winner, translated by Silvia Nerini, Bologna, Pendragon, 2001.
19. L. Koren, Wabi-Sabi. Per artisti, designer, poeti e filosofi, Milan,Ponte alle Grazie,2002.
20. A wonderful and moving expression. Please see Gli angeli custodi. Storia e figure dell’”amico vero”, Baroque treatises chosen and introduced by Carlo Ossola, Texts edited by Silvia Ciliberti and Giacomo Jori. Biographical notes by Linda Bisello, Torino, Einaudi, 2004.
Paola Goretti expert of the 16th century and of integrated (sensorial) didactics, Professor of Scenariosat Università dell’Immagine in Milan (1999-2004), co-professor at the University of Bologna and Rimini (2000-2002). Presently, Professor of History of Customs at the Free University of the Arts L.UN.A. in Bologna, and consultant for research and didactics of ancient fashion at the Polo Museale in Bologna, Mantova, Ferrara, Faenza, and for numerous cultural institutions. Together with Jadranka Bentini, Paola Goretti dealt with the section of the 16th-17th-18th century of the exhibition dedicated to hairstyles Un diavolo per capello dalla Sfinge a Wharol. Arte Acconciature Societàedited by Pietro Bellasi and Tulliola Sparagni, Bologna, Museo Civico Archeologico, 7th Aprile-2nd July 2006, Mazzotta catalogue. She published something like fifteen essays on topics of the sixteenth-seventeenth century, three books with other authors and one book by herself, very dear to her: Il sentimento della cura: appunti per un dialogo affettivo – The sentiment of the cure: notes for an affective dialogue, Pavia, Ibis, 2004.
Roberto Capucci between rigour and spectacularity (by Luciano Panella)
Roberto Capucci between rigour and spectacularity
Luciano Panella
“Anyone, who like me lives in the rarefied, elated and dramatic atmosphere of tailors’ workshops is aware that only a slight difference separates them from painters’ and sculptors’ studios, which is that a picture or sculpture must last in time and influence the future whereas a hat must not; a hat must fly, blow and sigh away as quickly as possible.” This is how in 1963 Irene Brin, dean of Italian journalists, commented on the thin line that separates research in fashion from research in contemporary art, and it is not by chance that Roberto Capucci is one of the talents she admires most. Roberto Capucci is internationally recognised not only as a fashion designer but also as an artist; some of the most important museums in the world such as the Galleria del Costume of Palazzo Pitti in Florence, the Museo Fortuny in Venice, the Victoria and Albert Museum in London and the Kunsthistorisches Museum in Vienna, house permanent exhibitions of his works. His work has also been the object of numerous personal exhibitions such as those presented at Palazzo Bagatti Valsecchi in Milan (1999), Palazzo delle Esposizioni in Rome (1994), Palazzo Strozzi in Florence and at the Stadtmuseum in Munich (1990); in other initiatives his clothes have been exhibited alongside historical elements such as the Hapsburg ceremonial armours (Kunsthistorisches Museum in Vienna in 1991) or the 15th century works by Benozzo Gozzoli and Perugino (Montefalco – Perugia in 1994). Roberto Capucci was born in Rome in 1930. He opened his first tailor’s workshop when he was very young and took part in the first “made in Italy” events organised in Florence by marquis Giorgini. He then moved to Paris and later returned to Rome. His first famous customer was actress Isa Miranda followed by a long list of people from the world of cinema and high society, from Gloria Swanson to Marilyn Monroe, from Jackie Kennedy to Rita Levi Montalcini. From the outset Capucci has distinguished himself for his personal style, in which shapes, colours and fabrics are shaped like sculptures. His creations are inspired by a journey, a fabric, or by the careful observation of an animal or plant. Capucci himself recalls that “the famous dress with concentric circles was created after seeing a stone thrown into the water; the fluorescent dresses that appeared on the fashion show in the dark in Paris in 1965 were inspired by a procession of believers walking slowly and praying, holding fluorescent rosaries in their hands”. Roberto Capucci has been involved in many collaborations, received countless awards and attained record breaking successes in the fashion world such as Filene’s Fashion Oscar received at the young age of 28 with the “box shape”; he was the first Italian to receive this award. As the years went by Capucci developed his own vision of fashion increasingly inspired by continuous research and moving further and further away from market needs and the deadlines of fashion shows, rejecting the abused definition of “stylist” and preferring that of “researcher”. Nevertheless, his creativity contains a touch of light-heartedness: “My clothes often contain an element of irony, it is important not to be afraid of straying from standard parameters, of being ironic… If you set limits then you are forced to live within them for life.” In the 80s, when fashion was asserting itself as a mass culture phenomenon, Capucci cut out a space for himself choosing to organise fashion shows in old buildings, concert halls and museums, proposing clothes for balls or important ceremonies, clothes treated as unique pieces, requiring months of work and many metres of the most precious of fabrics in pursuit of beauty: “I need to see beauty in all of its expressions, whether it be in a picture or piece of music. A piece of music is the same as a work of art, an architectural work, a shadow, a leaf or a cloud. I am filled with curiosity, I observe. This leads to the conception of completely different things.”
(Roberto Capucci’s quotations are taken from Agenda della Moda 2002, Milan, Published by Giorgio Mondadori)
Luciano Panella has worked as an editor of American literature for the publisher Edizioni Ricerche in Trieste and a specialist on Hungarian publishing on the project “Librografica”, sponsored by the Trieste Public Library in 1993. He has contributed articles about Irene Brin, Germana Marucelli and Sonia Delaunay, to a number of exhibition catalogues – exhibitions curated by Maria Campitelli for Gruppo 78 in Trieste. He collaborated in the multimedia project Per Sempre, conceived by the artist Daniela Michelli (Trieste, Muggia, Duino Aurisina, 2004).
Arlette Vermeiren
Arlette Vermeiren
Born in Brussels, Belgium, in 1937. Lives and works in Belgium and Italy. Degree in textile at High School of Decorativ Arts at Cambre in 1963. Teacher at Academy of Fine Arts at Tournai, Belgium, from 1968 to 1999. Textile counsellor jacquard in belgian and italian industries. From 1998 is artistic director on the textile research at the Tapestry Foundation, and Textile Arts and Murals Arts of the French Community. In 2002 is a member of the Commission of Integration, and Works of Arts, in the French Community in Belgium. She organise many exhibitions, she is membre of the jury, she organise conferences about textile Arts. She is a member of Filbre et Fil in which collaboration participates at. The evolutions of her art work is based on reciclyng differents materials braidly, sew and put them togheter, to create Transparences. Basically she use packaging paper, electrics wires, nylon, PVC.
Selected Exhibitions
2006 Groupe Fibre et Fil – Abbaye de Forest/ Brussels, Belgium | Papier/coupé/collé, château Malou et Médiatine, Brussels, Belgium | Bibliothèque d’Ans/Liège, Communauté française de Belgique, Belgium 2005 Corpo/moda/mente, Serra di Villa Revoltella, Trieste, Italy | Musée du Sucre, presentations of books, Tirlemont, Belgium | Pliages/Nouages, with Niki Kokkinos, Musée du Sucre, Tirlemont, Belgium | Member of the jury Minitextiles d’Angers, France | Retrospective, Galllerie Dupui, Brussels, Belgium | Festival Textiel, Breda, Holland | Pavilloen Gallery, Groningen, The Netherlands | Projet Fou et Généreux, Borloon, Belgium | Galleria Olmi, Pesaro, Italy | Installation in candle light, Overpelt, Belgium | Installation, Faculté des Sciences, Gembloux, Belgium | Solo exhibition, Gallerie d’Agata, Brussels, Belgium | Installation, Church of Deschambault, Canada | Installation, Biennale du Lin, Portneuf, Canada 2004 Installation, groupe Fibre et File, Kapelle op den Bos, Belgium | Plastica d’Artista, Gruppo78, Pordenone, Italy | TTS, Fondation de la Tapisserie, Tournai, Belgium | Installation, Design Exhibition, Pesaro, Italy | Installation, MiniArtexile, Como, Italy | Resarch grant – textile section, Fondation de la Tapisserie, Belgium 2003 Autres Dentelles, Musée de la Dentelle de Calais, France | Installation of Transparence, Church Ste Croix, Loudon, France | Solo exhibition about the theme the Heart, Galerie Blanche, Brussels, Belgium | Installation, Musée du Sucre, Tirlemont, Belgium | Installation, Overpelt, Belgium 2002 Installation Transparences, La Chapelle de Boendeal, Brussels, Belgium | Installation sculpture at Biennale of Beauvais, France | Sculpturale composition in Jardins d’Egmont, Brussels, Belgium | A work high 13 m in the foyer of the Theatre Sanzio Rafaele, Urbino, Italy | Galerie Detour, Namur, Belgium 2001Winner of the second prix of Fiber-Art in Pittsburgh, U.S.A. | Felissimo, N.Y., U.S.A. | Galerie L’n’est pas C, Brussels, Belgium 1998 From 1998 she participates or collaborates at Miniartexti in Come, Italy 1996 She has been selected at Prix Betonac in St. Trond, Belgium
Carole Solvay
Carole Solvay
Born in Brussels, Belgium, 1954. Lives and works in Belgium.
Selected Solo Exhibitions
2005 Galerie ITS.ART.IST, Waterloo, Belgium | L’ARTsenal, Espace d’Art contemporain, Delémont, Swissland
Selected Group Exhibitions
2004 ART Brussels, Galerie Bastien, Brussels, Belgium | L’oeuvre au bout des doigts, Château Malou, Brussels, Belgium
Amparo Sard
Amparo Sard
Born in Mallorca, Spain, in 1973. She lives and works between Barcelona and Palma de Mallorca, Spain.
Selected Solo Exhibitions
2006 The Fly Woman, Espacio Líquido Gallery, Gijón, Spain | Arte Fiera, Bologna, Galleria Paola Verrengia, Salerno, Italy | The Fly Woman, N2 Gallery, Barcelona, Spain | ARCO, Madrid, Ferran Cano Gallery, Spain | Art Rotterdam, Phoebus Gallery, The Netherlands | Riparte, International Hotel Art Fair, Naples, Galleria Paola Verrengia and Ferran Cano Gallery, Italy | Scope New York, U.S.A. | Art Amsterdam, Phoebus Gallery, The Netherlands 2005 The Invisible Man, Contemporary Space Gallery, Tokyo, Japan | START ’05 Art Fair. Parisud Gallery, Strassburg, France | Phoebus Gallery, Rotterdam, The Netherlands | Parisud Gallery, Paris, France | ARCO Art Fair, Ferran Cano Gallery, Madrid, Spain | Art París, Galería Parisud, París, France | DIVA. Video Art Fair, Parisud Gallery, New York, U.S.A. | Tim and Tfw, Van der Voort Gallery, Ibiza, Spain | Scope Miami, Parisud Gallery, U.S.A. | Art Cologne 2005, Ferran Cano Gallery, Cologne, Germany | Scope London, Parisud Gallery, U.K. | The Fly Woman, Galleria Paola Verrengia, Salerno, Italy | Riparte, International Hotel Art Fair, Galleria Paola Verrangia, Roma, Italy 2004Valencia Bienal, M. Guerrikabeitia Art Fair, Ferran Cano Gallery, Spain | START ’04 Art Fair. Pascal Van Hoecke Gallery, Strassburg, France | ARCO Art Fair, Ferran Cano Gallery, Madrid, Spain | Bienal de Cachan Art Fair, Pascal Van Hoecke Gallery, Paris, France | The invisible Man, Phoebus Gallery, Rotterdam, The Netherlands | Art Paris, Pascal Van Hoecke Gallery, Paris, France | Art Cologne 2004, Ferran Cano Gallery, Cologne, Germany 2003ARCO, Ferran Cano Gallery, Madrid, Spain | Palma Photo, Ferran Cano Gallery, Spain | LOOP ’04, Video Art Fair, Barcelona, Spain | Ferran Cano Gallery, Barcelona, Spain | Art Cologne 2003, Ferran Cano Gallery, Cologne, Germany | The Invisible Man, Van der Voort Gallery, Ibiza, Spain 2002 Chicago Art Fair, Ferran Cano Gallery, U.S.A. | Montreal Art Fair, Eude Gallery, Canada | Eude Gallery, Barcelona, 18 septiembre 2002, New York- Barcelona-September 11, Spain | Torre de ses Puntes, Manacor (Mallorca), Spain | New Art Barcelona, Ferran Cano Gallery, Spain 2001 Crazy Mol, Deutsche Bank Space, Madrid, Spain | Plaza XV Gallery, Río de Janeiro, Brasil | Chatillón Gallery, Lussemburg 2000Eude Gallery, Barcelona, Spain | Intestinal Labirinth, Casa Baumann, Terrassa, Spain | Intestinal Labirinth, Museo de Guernika, Guernica, Spain | Molecular Imbalance, Torre de ses Puntes, Manacor (Mallorca), Spain 1999 Holes, Brolls d’Art Gallery, Colonia de Sant Pere, Artá (Mallorca), Spain | Sa Capella Fonda, Son Severa (Mallorca), Spain | Contrast Gallery, Barcelona, Spain | Stufenbau Gallery, Bern, Swissland 1998 Painting Center Gallery, New York, U.S.A. | MOL Gallery, Budapest, Hungary | Mercator Gallery, Ghent, Belgium | Gaudí Gallery, Madrid, Spain | Holes, Novo Gallery, Palma de Mallorca, Spain | Moving Space Gallery, Ghent, Belgium 1997 Grand Marché dÀrt Contemporain, Brussels | Antoni Camba Gallery, Palma de Mallorca, Spain | Abstraction Intimität-Raum, Petrus Kirch Gallery, Berlin, Germany | Goldstein Gallery, New York, U.S.A. | Novo Gallery. Palma de Mallorca, Spain | Art actual-Aula de Lletres, Projecte, Barcelona, Spain | FAEC Gallery, Barcelona, Spain | Eight Floor Gallery, New York, U.S.A. 1996 Novo Gallery, Barcelona, Spain | La Santa Space, Barcelona, Spain | FAEC Gallery, Barcelona, Spain | Art Actual-Aula de Lletres, Una x dia, Barcelona, Spain | Contrast Gallery, Barcelona, Spain 1995 Novo Gallery, Palma de Mallorca, Spain | La Santa Space, Barcelona, Spain | FAEC Gallery, Barcelona, Spain
Selected Group Exhibitions
2005 Art Report, Sa Nostra Foundation, Palma de Mallorca, Spain 2004 Video Mix, La Casa Encendida, Caja Madrid, Madrid, Spain | Sala de Estar, Barcelona, Spain | Generación 2005, Caja Madrid, Spain 2002 Art emergent a les Illes Balears (I), Ramón Llull Space, Palma, Mallorca, Menoría, Ibiza y Barcelona, Spain 2001 Sa Nostra Grant (Master of Arts in Media Studies), New School University, New York, U.S.A. | VIII Award Ciutat de Manacor de Pintura, Torre dels Enagistes, Manacor (Mallorca), Spain | I Competition for Young Artists, Fundación Barceló, Palma de Mallorca, Spain | Art Jove of Photography, Palma, Spain | Art Jove of New Technologies and installation, Palma, Spain 2000 First award, Ciutat de Palma Antoni Gelabert, Casal Solleric, Palma de Mallorca, Spain | VII Ciutat de Manacor competition, Torre dels Enagistes, Manacor (Mallorca), Spain | First award, Deutsche Bank National Competition, Barcelona, Spain | First award Deutsche Bank International Competition, Berlín, Germany 1999 Finallist at the Ciutat de Palma Antoni Gelabert 1999 competition, Casal Solleric, Palma de Mallorca, Spain
Anna Pontel
Anna Pontel
Born in Gorizia, Italy, in 1974. Lives and works in Udine, Italy.
Selected Solo Exhibitions
2003 Non è il giallo di squeezable, Museo della civiltà contadina, Aiello (Udine), Italy 2000 La scarpetta dei sogni, Arthè, Gorizia, Italy | Luccicante completo impermeabile per una serata magica, Teatro Miela, Trieste, Teatro Pasolini, Cervignano (Udine), Italy | La magica cucina dei dolcetti, Bistrot de Venise, Venice, Italy | Holiday Set, Galleria Medusa, Koper, Slovenia
Selected Group Exhibitions
2006 Saluti da Monfalcone: 6 artiste per un territorio, Galleria Comunale, Monfalcone (Gorizia), Italy 2005 Birdinvest Jo Dilo EXPO, Borgloon, Belgium | Walking with love, Ratarart, Milan, Italy | Help, Museo Revoltella, Trieste, Italy | Il corpo, Centro Donna, Trieste, Italy | DobiArtEventi, Dobbia, Monfalcone (Gorizia), Italy | Atelier aperti, Accademia di Belle Arti di Venezia, Venice, Italy 2004 Phada Murgania, Locanda Stella d’Italia, Badoere di Morgano (Treviso), Italy | Artists of fun, Selfportraits from the funtastic united nations, Artestudio Clocchiatti, Udine, Italy | Hicetnunc, Antico Ospedale dei Battuti, San Vito al Tagliamento (Udine), Italy | 04.05 rassegna di arte contemporanea, Cervignano del Friuli (Udine), Italy 2003 Imagerie art fashion, Sala Leonardo dei Musei del Canal Grande, Trieste, Italy 2002 CALENDAR! Works on paper by 365 contemporary artists, Studio Tommaseo, Trieste, Italy 2001 Hicetnunc, Villa Manin, Passariano (Udine), Italy | In vetrina, Libreria Gulliver, Udine, Italy | Garden fashion, Serra di Villa Revoltella, Trieste, Italy 2000 Pnudgots, Studio Tommaseo, Trieste, Italy | Geniusloci, opere sul luogo, Casa del Marinaretto, Piancada, Palazzolo dello Stella (Udine), Italy | Extramoenia, Galleria Comunale Alle antiche mura, Monfalcone (Gorizia), Italy 1999 Hicetnunc, Antico Ospedale dei Battuti, San Vito al Tagliamento (Udine), Italy | Didivuè-Oggigiorno, Agriturismo ai Colonos, Villacaccia di Lestizza (Udine), Italy 1998 Circola-mente, Galleria Molinella, Faenza, Italy | Collettiva di Pittura, Osteria da Codroma, Venice, Italy 1997 Nuove figure, Galleria Ravagnan, Venice, Italy
Robert Longo
Robert Longo
Born in Brooklyn, U.S.A. in 1953. Lives and works in New York City, U.S.A.
Selected Solo Exhibitions
2006 Ouroboros, Galerie Daniel Templon, Paris, France 2005 Robert Longo: Deep Silence, Monchehaus Museum, Goslar, Germany | Something Wicked This Way Comes, Margo Leavin Gallery, Los Angeles, U.S.A. | Fire, Water, Rock 2003-2005, Galleria d’Arte Contemporanea, Modena, Italy 2004 The Sickness of Reason, Metro Pictures, New York, U.S.A. 2003 Lust of the Eye, Galería Soledad Lorenzo, Madrid, Spain | The Print, Atrium Gallery, St. Louis, U.S.A. | Drawings, Metro Pictures, New York, U.S.A. 2002 Scale it, Atrium Gallery, St. Louis, U.S.A. | Monsters, Metro Pictures, New York, U.S.A. | The Freud Drawings, The Albertina, Vienna, Austria | Sigmund Freud, Jüdisches Museum, Berlin, Germany | The Freud Drawings, Krefelder Kunstmuseen, Krefelder, Germany 2001 The Freud Drawings, Metro Pictures, New York, U.S.A. | Postmodern Americans, The Menil Collection, Houston, U.S.A. | Pictures’ at an Exhibition, Artists Space, New York, U.S.A. | New Works on Paper, Atrium Gallery, St. Louis, U.S.A. 2000 Robert Longo 1980-2000, Galleria Emilio Mazzoli, Modena, Italy | End Papers, Neuberger Museum of Art, New York, U.S.A. | Men in the Cities, Dorfman Projects, New York, U.S.A. | Superheroes, LipanjePuntin artecontemporanea, Trieste, Italy 1999 The Virginia and Bagley Wright Collection, Seattle Museum of Art, Seattle, U.S.A. | The Kiasma Collection, The Museum of Contemporary Art, Helsinki, Finland 1998 Superheroes, Cotthem Gallery, Barcelona, Spain | Superheroes, Cotthem Gallery, Knokke-Zoute, Belgium | The Broida Collection: a Selection of Works, Museum of Art, Orlando, U.S.A. | Who?, Atrium Gallery, St. Louis, U.S.A. 1997 Views from Abroad, Whitney Museum, New York, U.S.A. | Robert Longo, Metro Pictures, New York, U.S.A. | 47.Venice Biennial, Venice, Italy | Das Magellan Projekt, Kunsthalle Bielefeld, Bielefeld, Germany | Das Magellan Projekt, Kunsthal Rotterdam, Rotterdam, The Netherlands | Das Magellan Projekt, Kunsthalle Tubingen, Tubingen, Germany | Stills: Art and Cinema in the Hessel Collection, Centro Cultual Lieght, Rio de Janeiro, Brasil | Stills: Art and Cinema in the Hessel Collection, Annandale-on-Hudson, New York, U.S.A. 1996 Robert Longo: Kreuze, Museum Fridericianum, Kassel, Germany 1995 Johnny Mnemonic: Works on Paper, Galerie Thaddaeus Ropac, Paris, France | Robert Longo: A Retrospective, The Isetan Museum of Art, Tokyo, Japan | Robert Longo: A Retrospective, Ashikaga City Museum, Ashikaga, Japan | Robert Longo: A Retrospective, Krin Plaza Art Space, Osaka, Japan | Johnny Paintings, Galerie Lupke, Frankfurt, Germany | Johnny Paintings, Galerie Gana-Beaubourg, Paris, France
Selected Group Exhibitions
2006 The Downtown Art Show: The New York Art Scene 1974-1984, Grey Art Gallery, Fales Library, New York University, U.S.A. 2005 Flashback: Revisiting the Art of the Eighties, Kunstmuseum Museum fur Gegenwartskunst, Basel, Germany | Drawing from the Modern, MoMA, New York, U.S.A. 2004 Biennial, Whitney Museum of American Art, New York, U.S.A. 2003 Art, Lies, and Videotape: Exposing Performance, Tate Liverpool, Liverpool, U.K. 2002 The Human Factor: Figuration American Art, 1950-1995, Fort Wayne Museum of Art, Fort Wayne, Indiana, U. S.A. | Melodrama, Atrium, Vitoria-Gasteiz, Spain; Centro José Guerrero, Granada, Spain, MARCO, Vigo, Spain 2001 Postmodern Americans, The Menil Collection, Houston, U.S.A. | “Pictures” at an Exhibition, Artists Space, New York, U.S.A. | Streit-Lust- For Argument’s Sake, Ludwig Forum für Internationale Kunst, Aachen, Germany 2000 End Papers, Neuberger Museum of Art, Purchase, New York, U.S.A. 1999 The Kiasma Collection, Museum of Contemporary Art, Helsinki, Finland | The Virginia & Bagley Wright Collection, Seattle Art Museum, U.S.A. 1998 The Edward R. Broida Collection: a Selection of Works, Orlando Museum of Art, Florida, U.S.A. 1997 La Biennale di Venezia: XLVII Esposizioione Internationale d’Arte, Venice, Italy | Views From Abroad: European Perspectives on American Art 3, Whitney Museum of American Art, New York, U.S.A. | Stills: Art and Cinema in the Marieluise Hessel Collection, Centro Cultural Light, Rio de Janeiro, Brasil; Center For Curatorial Studies, Annandale-on-Hudson, New York, U.S.A. 1996 New York ‘Unplugged II’, Gallery Cotthem, Knokke-Zoute, Belgium 1995 It’s Only Rock and Roll, Contemporary Arts Center, Cincinnati, U.S.A. | Passions Privee, Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, France
Robert Gligorov
Robert Gligorov
Born in Kriva Palanka (Macedonia) in 1960. He lives and works in Milan, Italy.
Selected Solo Exhibitions
2006 Full Contact, Palazzo Pretorio, Certaldo (Florence), Italy | ArteFiera- ArtFirst, Robert Gligorov-Monument, Museo Ebraico di Bologna, Bologna, Italy | Monumental Valley, Galerie Parisud, Paris, France 2005 Volume cinque: Divina, Galleria Pack, Milan, Italy 2004 Underskin, Galeria Carmen de la Guerra, Madrid, Spain | Standing, UNA Hotel Tocq, Flash Art Fair, Pack-Lipanjepuntin, Milan, Italy | Disaster’ Theory, La Corte Arte Contemporanea, Florence, Italy 2003 Fetish for collectors, Il Ponte Art Project, Rome, Italy | Il Volo di Gagarin, Galleria Spazia, Bologna, Italy 2002 Ceres, Aeroplastics contemporary, Brussel, Belgium | Borderline, Spazio Symphonia, Milan, Italy | Anemia-Atom Heart Mother, Salone Villa Romana, Florence, Italy 2001 Borderline, Galleria Pack, Milan, Italy | Kiss the Sky, LipanjePuntin artecontemporanea, Trieste, Italy | Koi-to, La Corte Arte Contemporanea, Florence, Italy 2000 State of Grace, Daniele Ugolini Gallery, New York, U.S.A. | Prime Crime, la Giarina Gallery, Verona, Italy 1999 Interrato dell’acqua morta, La Giarina, Verona, Italy | Anima Animale, La Corte Arte Contemporanea, Florence, Italy | 1998 Museum of the City, Skopje, Republic of Macedonia | Fatal Insomnia, Damasquine art gallery, Brussels, Belgium | Clairefontaine gallery, Lussemburg | 1997 Mestna Gallerija, Ljubljana, Slovenia | Overground Arts, Museum of Modern Art, Rijeka, Croatia | Mr. Hulk, Orange Face and other Stories, LipanjePuntin artecontemporanea, Trieste, Italy
Selected Group Exhibitions
2006 Refresh Projects, Galleria Giuseppe Mazzini, Seregno (Milan), Italy | My Collection, Museo Ken Damy, Brescia, Italy | Catodica, different locations, Trieste, Italy 2005 Boost in the Shell, Cultural Centre of Bruges, Bruges, Belgium | Regard sur la photographie Internationale, Galerie Parisud, Paris, France | Corsi e Ricorsi – Solidarietà e mutualismo, En Plein Air, Pinerolo (Turin), Italy | Fuori Tema XIV Quadriennale di Roma, G.N.A.M., Rome, Italy | Skin, Daniele Ugolini Contemporary, Florence, Italy | Arco 2005, Comunidad de Madrid (Consejeria de Cultura y Deportes), Madrid, Spain | Lijf, De Brouckere Culturcenter of Torhout, Torhout, Belgium | La mossa delle idee, Cinema Alfieri Firenze, Florence, Italy | Made by Hand straight to video – a series of experimental videos, Blue Star Contemporary, San Antonio,Texas, U.S.A. | A Touch of Glamour, Galerie Clairefontaine, Lussemburg 2004 Nature Machine, Queensland Art Gallery, Brisbane, Australia | La mossa delle idee, Cinema Alfieri Atelier, Florence, Italy | Loop’04-VideoArt Fair, Galleria Pack, Barcelona, Spain | Baciamo le mani/Willkommen, Festival Artisti per Alcamo – Castello dei Conti di Modica (Trapani), Italy; Kust Tacheles, Berlin, Germany | La Morte ti fa Bella, Galleria San Salvatore, Modena, Italy | Travelling exhibition organized by RASA organization | Mind the Gap, PAV Museo Arti Visive, Berchidda, Sassari, Italy | A Nudo, Palazzo Bice Piacentini, Ascoli Piceno, Italy | Infinity Enclosed, Kulturni Center, Belgrade, Serbia and Montenegro | Biennale Internazionale di fotografia 2004, Palazzo Bonoris, Brescia, Italy | L’Intime, le collectionneur derriè la porte, La Maison Rouge, Paris, France | Corpo Sociale, Galleria Pack, Milan, Italy | Dai Tetti in Giu’- La Vita, En Plein Air, Pinerolo (Turin), Italy | Orizzonti Aperti – da Felice Casorati a Vanessa Beecroft, Palazzo Forti, Verona, Italy | Biennial de Photographie et Arts visuels de Liege, Liege, Belgium 2003 Transfigure, Australian Centre for the moving Image (ACMI), Melbourne, Australia | Flesh for fantasy, Ex Macelli, Prato – Palazzo delle Papesse, Siena, Italy | Celebrate – The 10 year retrospective, Il Ponte projects, Rome, Italy | De Cuerpos y Almas, Pornografias 03, Galeria Carmen De La Guerra, Madrid, Spain | En Plein Video, En Plein Air, Pinerolo (Turin), Italy | In the Shadow of Summer Bliss, Cirrus Gallery, Los Angeles, U.S.A. | Enter, Invitation to the Future, Barbara Behan, London | Le Opere e Giorni 2, Permanent exibition, Certosa di Padula, Salerno, Italy | Enter – Invito al Futuro, International Art Award, Serra San Quirico, Ancona, Italy | Stazione Metropolitana Mater Dei, Napoli, Permanent exhibition Napoli Subway, Italy | In faccia al mondo. Il ritratto contemporaneo nel medium fotografico, Museo d’arte contemporanea di Villa Croce, Genoa, Italy | On the Edge, on the Brink, Poeziezomer WATOU, Watou, Flanders | Luxurious, Galerie Clairefontaine, Lussemburg | Mani D’Oro-Arte e Ricami nell’Arte Contemporanea, X-File-Mart Zone, Rovereto, Italy | Corpo Sociale, Galleria Pack, Milan, Italy | Corpi Liberi, Antico Palazzo della Pretura, Castell’Arquato, Piacenza, Italy | Wulbari, En Plein Air Arte Contemporanea, Pinerolo (Turin), Italy | Melting Pop, Palazzo delle Papesse, Siena, Italy – Castello di Masnago, Varese, Italy | STaRT, Centro Arte Contemporanea, Cavalese (Trento) Italy 2002 Fuori Uso, Museo Michetti, Pescara, Italy | Venus Birth (Metafore Barocche), Palazzo Forti, Verona, Italy | ARTIUM Centro Museo Vasco de Arte Contemporaneo, Barcelona,Spain | Desire, Galleria d’Arte Moderna, Bologna, Italy | Shock&Show, LipanjePuntin artecontemporanea, Trieste, Italy | Una Babele Contemporanea, Palazzo Corsini, Parma, Italy | Noise, Galleria Pack, Milan, Italy | Cuore, La Posteria, Milan, Italy | Uovo, Galleria in Arco, Turin, Italy | Con tutto l’odio del mondo, Arengario-Palazzo Reale, Milan, Italy | 30yr Anniversary Zoom, Hugo Boss, New York, U.S.A. | Clinique, Rosenfeld Gallery, Tel Aviv, Israel | Generazionale, LAMeC, Basilica Palladiana, Vicenza, Italy 2001 La Clonage d’Adam, ISELP, Brussels, Belgium | La Numerique: nouveau medium de l’art, Galerie Prêt d’œuvres d’art, Brussels, Belgium | El Cuerpo de l’Arte, 1st Biennial for contemporary art, Valencia, Spain | Area di Transito, Area Industriale Baldassiuni & Tognozzi, Florence, Italy | Face Off, Aeroplastic contemporary, Brussels, Belgium | Totemica – feticci e rituali del contemporaneo, Casa del Mantegna, Mantova, Italy | Corporate Identity / En plein air, Pinerolo (Turin), Italy | Ipernatura, Stamperia dell’Arancio, Pescara, Italy | Flesh & Blood, De Witte Zaal, Ghent, Belgium | Les Corps Mutant, Galerie Enrico Navarra, Paris, France | Cantico, Museo della Permanente, Milan, Italy | Rejouissez-Vous Centre Regional d’art Contemporain LE PARVIS, Tarbes, France 2000 Innocence:images of kids, Aeroplastic contemporary, Brussels, Belgium | Still in motion, Palazzo Frisacco, Tolmezzo (Udine), Italy | Silver Shining, The Box, Turin, Italy | Fuori Uso, Museo Michetti, Pescara, Italy | ANP City Projects, Torch gallery, Amsterdam, The Netherlands | In de Ban van de Ring, Fashion Museum & Provincial Moderm art Museum, Hasselt, Belgium | Supermodel, Identity and Transformation, LipanjePuntin artecontemporanea, Trieste, Italy | Etica ed Ambiente, Museo della Permanente, Banca Europa, Milan, Italy | Disidentico, Museo Maschio Angioino, Naples, Italy | Stigma della riproducibilità / archeologia e futuro, Installart, Caserta, Italy 1999 Biennal of Contemporary Art Melbourne, Melbourne, Australia | Bereshit 1, La Piccola Porta, Galleria En plain air, Turin, Italy | In the Garden of Eros, Palacio de Ramblas, Barcelona, Spain 1998 Paris Photo, Carrousel du Louvre, Paris, France | Figurazione/Defigurazione, Galleria Civica, Stadtgalerie, Bolzano, Italy | Contaminazioni, Museo Laboratorio, La Sapienza, Rome, Italy | Blue-spazio libero per l’arte, Cineplex Porto Antico, Genoa, Italy | Seson rose fioriranno, Spoleto Festival, Spoleto, Italy | Artenergie, Palazzo Corsini, Florence, Italy 1997 Cyberealismo, Galleria Photology, Milan – London, Italy – U.K. | Paris Photo, LipanjePuntin artecontemporanea, Paris, France | Fiction non Fiction, Tossi Arte Contemporanea, Prato, Italy | Verso il Futuro, Banchi Nuovi art gallery, Rome, Italy | Aperto, Trevi Flash Art Museum, Trevi, Italy | Ass. Cult. Futuro, Rome, Italy | Brussel Contemporary Art Fair, Brussel, Damasquine Art Gallery, Brussel, Belgium 1996 Art Cologne, LipanjePuntin artecontemporanea, Cologne, Germany | 8 Artisti in mostra, Virgin, Milan, Italy
Lucia Flego
Lucia Flego
Born in Trieste, Italy. Lives and works in Villa Primavera (Udine), Italy.
Selected Solo Exhibitions
2002 Galleria Rino Costa Arte Contemporanea, Casale Monferrato (Turin), Italy 2001 St’Art – Foire de Strasbourg, France | Sala Castello, Castello di Wolfsburg, Germany 2000 Museum of Fine Arts, La Valletta, Malta 1999 La citta e il suo doppio, Galleria Arte in Transito, Rome, Italy | Exhibition Center I.I.C., Bruxelles, Belgium 1998 Exhibition Center I.I.C., Hamburg, Germany | Installationen und Gemalde, Deutsch-Italienische Ges. e v. Centre Culturel | Francais, Kiel, Germany | Galerie Theater, Wolfsburg, Germany
Selected Group Exhibitions
2006 Catodica, International video-art festival, Teatro Miela, Galleria Lipanjepuntin, Trieste, Italy | Temporary Identities, International video-art festival, Novosibirsk State Art Museum, Russia 2005 Hic et Nunc, Rassegna d’Arte Contemporanea, Villa Bianca, San Vito al Tagliamento (Pordenone), Italy 2004 Plastica d’Artista, Palazzo Mantica, Pordenone, Italy 2003 Imagerie Art Fashion, Museo d’Arte Moderna – Musei del Canal Grande, Trieste, | Italy | Imagerie Art Fashion, Spazio Juliet, Trieste, Italy 2002 Impact Galerie Européenne de la Photographie & de la Vidéo, Strasbourg, France 2001 Hic et Nunc, Rassegna d’Arte Contemporanea, Villa Manin di Passariano (Udine), Antico Ospedale dei Battuti, San Vito al Tagliamento (Pordenone), Italy | Rassegna d’Arte Contemporanea, Isola del Lazzaretto Nuovo, Venice, Italy 2000 Galleria Arte in Transito, Rome, Italy | International Contemporary Art Festival, Sant’Elena (Padova), Italy | Web Art International Festival, Mediateca, Rome, Italy 1999 Art Fair, Bologna, Italy | Installations in Villa Pisani, Vescovana (Padova), Italy | Work in progress, Teatro Miela, Trieste, Italy | Feria de Saragoza, Saragoza, Spain | Le Cisterne, Gioia Tauro (Reggio Calabria), Italy 1998 Art Fair, Bologna, Italy | En Plein Air, Pinerolo (Turin), Italy | Gli Elementi, Arte e Ambiente, Este (Padova), Italy
Roberto Capucci
Roberto Capucci
Born in Rome, Italy, in 1930. Lives and works in Rome, Italy.
In 1950 he begins his professional activity and opens an atelier in Via Sistina. In 1951 he presents his models in Florence for the first time obtaining a great success and interest. In 1955 he moves his atelier in Via Gregoriana. In l956 he is acclaimed by the imitational press as the best creative designer of Italian Fashion. In the same year, the sixth anniversary of his activity, he receives public congratulations from Christian Dior. 1958: creates the “Box Line”. It’s a real revolution in the world of fashion on the side of technicalities, a new style and a unusual idea. In l962 he opens an atelier in Paris. The city welcomes him with esteem and enthusiasm, and the French press devotes important critical appreciation to his work. He was the first Italian couturier to be asked to give his name to a perfume. In l968 he returns definitely to Italy, and sets up his creative centre in Via Gregoriana in Rome where he presents his collections. In 1970 he travels to India and this journey is to become a fundamental bookmark in his personal and creative life and an evolution towards a different and innovative style. He promotes a local production and gives the dresses to the indian women of a village in Rajastan. In 1972 he presents his collection at the Museum of Etruscan Art in Valle Giulia in Rome; it is the first time that a Museum is used for such a purpose. The collection, inspired to pre Raphaelites made with light wool fabrics with hand made stitches in gold and silver coarse thread, low heel shoes and no make up on the models, is considered revolutionary and a break-in point with the traditions of the time. In 1980 he resigns from the official organizations and decides to show his collection out of all calendars and institutions in places to be decided each time. In 1990 with the exhibition “Roberto Capucci l’Arte nella Moda – Volume, Colore e Metodo” in Palazzo Strozzi in Florence he begins his exhibition season, which will bring him with great praise both from the critics and the audience, in the most important museums of the world. In 2005 he funds, together with the Associazione Civita the Roberto Capucci Foundation with the finality to conserve his patrimony – which consists in about 400 historical dresses, 300 signed illustrations which have been exhibited and published, 22.000 original sketches, a complete press review from the beginning of his career together with a vast selection of photographs and films -, to promote high quality craftsmanship and to select and new talents and help them professionally. Along with the exhibition activity which is now carried on by the Foundation, Roberto Capucci continues to run his high fashion atelier for a few selected costumers.
Cinema
1968 he makes his first and unique approach to cinema by cooperating with Pier Paolo Pasolini and creates the costumes for Silvana Mangano and Terence Stamp for the film “Teorema”; the experience is so deep and positive that he decides, despite the many requests, not to repeat a similar experience
Theatre
In September l986, he worked for the first time with the Theatre, on the invitation of the operatic management of the Verona Arena, to take part in the “Homage to Callas”. He designed and created the costumes for the priestesses in Bellini’s Norma. Some of these costumes are to be seen in Italian and foreign museums. In l995 he was invited by the Minister of Foreign Trade of the People’s Republic of China, Ms. Wu Yi, to hold lessons at the Universities of Beijing, Xi’ian and Shanghai. On that occasion he was appointed Honorary Professor of the Beijing University.
Testimony
In l996 the Laboratory of Fashion analysis of the Department of Psychology of the University of Padua has undertaken a research on Capucci’s work that is published by the Turin’s Publisher Piazza under the tide “Fashion and Art”. The book is used for educational purposes and widely distributed.
The Opera
2002: at the “Theatre San Carlo” of Napoli the soprano June Anderson sings the “Capriccio” of Richard Strauss. In the 1st Act wears a taffetas plissé long evening dress in nine shades of red; in the 2nd Act wears a taffetas and lamé long evening dress in nine shades of golden yellow. The two creations have been done from Roberto Capucci under commission of the Superintender of the Theatre Mr. Gioacchino Lanza Tomasi.
The new deal
His taste and desire for research grows over the years. He feels the need for autonomy, and the wish to create in complete freedom. l980 he took his distances from institutionalised world of Fashion, announcing that he would only design a single collection each year, and would present it each time in a different city: “whichever city”, as he says himself, “is ready to welcome me”. His wish is that every collection should take the form of an exhibition, similar to a personal show by an artist.
Exhibitions
The work of Roberto Capucci evolves from style to artistic research. The change is accepted in Italy and worldwide and he is invited to present his dress/sculptures in the most prestigious museums and cultural events as testimonial of Italian creativity.
Selected Solo Exhibitions
2006 Roberto Capucci – Vestire l’Arte, he exhibits 81 Sculpture/Dresses for a Philantropic cultural event in favour of Associazione Ligure per i minori – A.L.P.I.M., Palazzo della Borsa, Genoa, Italy | Quand la Mode devient Architecture, the Direction Régionale des Affaire Culturéls – DRAC – and the italian Cultural Institute hosted the 12 ‘Textile Architectures’ created for the centenary of the Venice Biennale of 1995 in this year’s edition of “Vivre les Villes”, yearly event dedicated to Contemporary Architecture. Roberto Capucci has realized a new creation for this exhibition evocative of his visions of contemporary towns, Palais du Rhin, Strassburg, France 2005 Verlufende Modesculpturen – stupefacenti sculture di moda, the Italian Consulate promotes an initiative dedicated to the large Italian community an the new fashion museum and exhibits the 12 sculpture/dresses of the Venice Biennale of 1995 together with 50 illustrations, Stedelijk Modemuseum, Hasselt Limburg, Belgium 2004 Roberto Capucci – Arte e creatività oltre i confini della moda, he exhibits in two different exhibitions 120 sculpture dresses and 50 illustrations, in the context of the celebrations for the entry of Slovenia in the European Comunità, Musei Provinciali Palazzo Attems-Petzenstein, Borgo Castello, Gorizia, Italy I Corpi invisibili – Acqua e Fuoco, Together with Rome’s Municipality he exhibits two sculpture/dresses inspired to water and fire with the sonourus architectures expressly created by Maurizio Martusciello, and the olfactory emotions created by Lorenzo Villoresi, Sala Santa Rita, Rome, Italy 2003 He exhibits 14 sculpture/dresses 12 from the Venice Biennale and the one created for the Fondazione Giorgini for the 50 years of italian fashion and the one created for the Italian pavilion at the 2000 Lisbon world exhibition inspired by the ocean, Opera house, Cairo, Egypt | Roberto Capucci – Lo stupore della forma, he exhibits with the cooperation of F.A.I. – Fondo per l’ Ambiente Italiano – 80dresses of historical archive next to the contemporary art pieces of the Panza di Biumo collection, Villa Panza di Biumo, Varese, Italy 2002 L’Elogio della bellezza, la visione barocca di Roberto Capucci, he exhibits 60 dresses from his archives, Castello di Carlo V, Lecce, Italy | Vestidos y armaduras – Roberto Capucci – Moda de ayer y hoy en seda y acero, 56 dresses are exposed together with Ceremonial armours of the l6th and l7th century of the Vienna Imperial armoury and Madrid’s Royal armoury. The exhibition is opened by the Enfante de Span Principe Don Carlos De Bourbon dos Siciliano, Sala de Exposiciones de la Fundaci6n Santander-Central Hispano, Madrid, Spain 2001 Roberto Capucci – creatività di là dal tempo, dresses/from his archives are exhibited in a multimedia set with expressly made films. The exhibition was opened by the Imperial princess Takamado, Park Hyatt Ozone Hall, Tokyo, Japan | He exhibits 20 evening gowns for a Charity evening of FAI, Palazzo Albergati, Bologna, Italy | Mode som Konst, he exhibits 70 dresses in an exhibition opened by Her Majesty the Queen Sylvia of Sweden, Nordiska Museet, Stockholm, Sweden | Roberto Capucci – creatività al di là del tempo, dresses from his archives are exhibited in a multimedia set with expressly made films, l6th century naval arsenal, Sail’s spreading halls, Venice, Italy 2000 L’Elogio della Bellezza, exhibition of 70 Sculpture/dresses in the Gallery of Palazzo Colonna, Rome, Italy | Exhibition organised by the Unione Latina and the Centro dei monumenti Nazionali, 62 Sculpture/ dresses exhibited, Chateau de Chambord, France 1999 Quando la moda è arte, invited by the Town Council in the King’s Hall of the Priori Palace the 22 sculpture dresses created for the centenary of the Venice Biennale. Sala Regia del Palazzo dei Priori, Viterbo, Italy | I disegni mai realizzati di Roberto Capucci, l50 original illustration of Roberto Capucci in various techniques representing dresses that have never executed and others that have been executed including the sculpture-dress show6 in Lisbon’s l998 world Exhibition, Palazzo Bagatti-Valsecchi Milan, Italy 1996 Roberto Capucci al Teatro Farnese – In difesa della bellezza, exhibition of l53 dresses from the year l950 to l990, and drawings of dresses made and never made and technical sketches with fabric swatches, Palazzo della Pilotta, Parma, Italy | Invited during the course of the semester of Italian Presidency of the European Union, by the Institute of Culture of the Italian Embassy, to exhibit, in the Municipal Palace of Luxembourg, the l2 pieces presented at the Venice Biennale in June l995, Lussemburg 1995 The Minister of Foreign Trade Ms. Wu Yi , invited Roberto Capucci, as a guest of honour, to present to the High Members of the Chinese Government his creations in the first edition of the event The Marco Polo Way, Beijing, China
Selected Group Exhibitions
2006 Mozart – Experiment Aufklarung, in occasion of the celebration for the 250th anniversary of Mozart’s birth 3 of his creations are exhibited. The ‘Marsina’ has been adopted as the symbol of the exhibition, Albertina Museum, Vienna, Austria | L’Italia della Repubblica 1946-2006, The history of the Italian Repubblic through the events that took place during the presidential mandates of the 60 years of Democracy. Capucci exhibits the dress he created for Rita Levi Montalcini in 1986 for the assignment of the Nobel price for Medecine, Complesso Monumentale del Vittoriano, Rome, Italy 2005 Roma luoghi e colori, in an exhibition of historical and contemporary paintings, poetry, video and photography dedicated to the town of Rome 3 dresses evocative of the town were exhibited: the classic column (1978), the corinthian column (1987) and the baroque angel (1989), Complesso Monumentale del Vittoriano, Rome, Italy | Creates and exhibits a sculpture dress in plastic and fabric: “The glass woman“ inspire by water, one of the leading themes of the exposition, Universal Expo 2005, Aichi, Japan 2004 Ptychoseis = Folds+Pleats – Drapery from ancient greek to 21st century fashion, in this exhibition connected with the official cultural events of the 2004 Olympic Games, he exhibits two sculpture/dresses, Benaki Museum, Athens, Greece 2003 l950-2000 Theatre of Italian creatività, he exhibits two dresses of the fifties, Gallery of Dia Center, New York, U.S.A. | Venus devoilee, autour d’un seul tableau: la Venus d’Urbino du Titien, coincide with the semester of Italian presidency of the European Union he exhibits one dress, Palais des Beaux Arts, Brussels, Belgium 2002 He exhibits one of the l2 dress/sculptures of the Venice Biennale, Fiera Internazionale del libro, Turin, Italy | Per filo e per segno: l’eccellenza Italiana. I tessuti tra arte moda e tecnologia, he exhibits the l2 dress/sculptures of the Venice Biennale, Palazzo Carignano, Turin, Italy 2001 In the exhibition in memory of Giambattista Giorgini, the founder of italian fashion, he exhibits a mikado dress in 84 colours expressly created for the occasion, Cassa di Risparmio di Firenze, Florence, Italy | Design 2l, he “dresses” a puff in style with a plastic dress of l966 and exhibits it with the dress, Felissimo Gallery, New York, U.S.A. | Seta il novecento a Como, exhibits dresses from historical archives, Fondazione Antonio Ratti, Villa Olmo, Como, Italy | Made in Italy, set by Gae Aulenti and Luca Ronconi. “Memory” section, exhibits one dress an a series of drawings and documentation of the time, Triennale, Milan, Italy | L’arte del gioiello e il gioiello d’artista dal 900 ad oggi, exhibits one dress, Museo degli Argenti, Florence, Italy 2000 A misura di Ambiente – Cantico 2000, he exhibits two dresses inspired by nature together with artists, designers and Architects like Norman Foster, and historical art pieces of Land Art, Palazzo della Permanente, Milan, Italy | Le ali di Dio: Messaggeri e Guerrieri alati fra Oriente ed Occidente, he contributes with five dresses inspired by angels together with works with of Botticelli, Domenichino, Guido Reni and other artists. The same exhibition will travel from the 29 September to the 3l December of the same year at Caen at the Abbeye aux Dames, Svevo castle, Bari, Italy 1999 Kunst und mode im 20° jahrhundert, same exhibition as Hayward Gallery’s “Addressing the Century”, Kunts Museum, Wolfsburg, Germany 1998 Addressing the Century – one hundred Years of Fashion and Art, takes part with two dresses to the Exhibition, Hayward Gallery, London, U.K. | He has been invited by the ltalian Minister of Foreign Affairs to create a dress-sculpture inspired by the tide of the exhibition “The ocean, the future of seas” to be exhibited at the ltalian Pavilion. Only work in textiles presented, World Exhibition, Lisbon, Portugal 1995 He is one of the twenty artists of the ltalian selection invited in occasion of the Centenary of Venice’s Biennale with l2 original sculpture-dresses, Venice, Italy | The first woman painter – Sofonisba Anguissola (Erste malerin der Reneissance), Capucci contributed a free interpretation of a dress reconstructed on the basis of literary sources of the era, Kunsthistorisches Museum, Vienna, Austria
Lore Bert
Lore Bert
Born in Giessen, Germany. Lives and works between Mainz, Germany and Venice, Italy.
Selected Solo Exhibitions
2006 Meditationen, Kloster Malgarten, Bramsche, Germany | Stationen, Ludwig Museum im Deutschherrenhaus, Koblenz, Germany | Städtische Galerie im Schloß Wolfsburg, Germany | La Galleria, Venice, Italy | Nationalmuseum Muzeum Narodowe, Wroclaw, Poland 2005 100 Jahre Zeit – 100 Jahre Bewegung, Leopold Hoesch Museum, Düren, Germany 2004 Conny Dietzschold Gallery, Sydney, Australia | Arbeiten mit Papier, Galerie von Waldenburg, Waldenburg, Germany | Konstruktiv Tendens, Stockholm, Sweden | März Galerien, Ladenburg, Germany 2003 Architettura Veneziana, La Galleria, Venice, Italy 2002 Dialog der Zeichen, Galerie Ruth Leuchter, Düsseldorf, Germany | Galerie Proarta, Zurich, Switzerland 2001 Leuchten im Weiss, Kulturverein Zehntscheuer, Rottenburg a. N., Germany | Bildkonstruktionen – Raumkonzepte, Galerie Dorothea van der Koelen, Mainz, Germany | Konstruktionen des Geistes, Campus Galerie der Universität Bayreuth, Bayreuth, Germany 2000 Europa – Identität in der Differenz, ERA Europäische Rechtsakademie, Trier, Germany | Weiß als Materie, Kunstverein in der Synagoge, Oerlinghausen, Germany 1999 Localization & Globalization, Lore Bert Honoured Artist of the 4th Sharjah International Arts Biennial, Sharjah, United Arab Emirates | Ehrenkünstler der Biennale in Sharjah, Galerie Dorothea van der Koelen, Mainz, Germany | Lore Bert, KunstRaum, Bayreuth, Germany 1998 To the Land of Light, Cultural Foundation, Abu Dhabi, United Arab Emirates | Ohne Anfang ohne Ende – Grenzenlos, Städtische Kunstsammlungen Chemnitz, Chemnitz, Germany | Idea – Phenomenon – Perception, Bhak Gallery, Seoul, Corea 1997 La Magie du Papier, Galerie Lucien Durand, Paris, France | Zauber des Papiers, Die Weisse Galerie, Cologne, Germany | Im Anfang war das Wort … dem Licht entgegen, Antoniterkirche, Cologne, Germany | Set-theory, Galleri Ingolfsstræti, Reykjavik, Iceland 1996 Mental Values, Great Cairo Library, Cairo, Egypt | In the Mirror of Reality, Akhnaton Gallery, Cairo, Egypt | Geistige Werte – Ein Projekt in Kairo, Galerie Dorothea van der Koelen Mainz, Germany 1995 Licht und Schatten, Die Weisse Galerie, Cologne, Germany | Swayambunath, Galerie Pohlhammer, Steyr, Austria | Spuren der Erinnerung – Zeichen der Gegenwart, Palácio Nacional, Sintra, Portugal
Selected Group Exhibitions
2006 Die Versuchung des Heiligen Antonius – Sammlung Kraft, Antonierhaus des Antoniter-Museums, Memmingen, Germany | Kunst ohne Gewalt, Lodz, Poland | Wien, Austria 2005 Panta Rhei, La Galleria, Venice, Italy | Farb-Töne, Fort Malakoff Park, Mainz, Germany | Paper art 9 – remixed. 9. Biennale der Papierkunst und 100 Jahre Leopold Hoesch Museum in Düren, Leopold Hoesch- Museum, Düren, Germany | Papier, Künstlerverein Walkmühle, Wiesbaden, Germany | 15 Years of Conny Dietzschold Gallery, Conny Dietzschold Gallery, Sydney, Australia | Geometric Abstraction XXIV, Konstruktiv Tendens, Stockholm, Sweden | 30 Jaar Gallery – 30 Kunstenaars, Gallery De Gryse, Tielt, Belgium 2004Wasser – Sand – Weite. Ein kultureller Dialog, Museum für Konkrete Kunst, Ingolstadt, Germany | Apriori – 25 Jahre Galerie, Galerie Dorothea van der Koelen, Mainz, Germany | In the Cool of the Night, Atrium Gallery, St. Louis, U.S.A. | Geometric Abstraction XXIII, Konstruktiv Tendens, Stockholm, Sweden | Apriori, La Galleria, Venice, Italy 2003Wie ein Fisch im Wasser, Kunstverein Bad Salzdetfurth, Bodenburg, Germany | Die Versuchung des Heiligen Antonius, Lo Spirito del Lago, Isola Bella/Lago Maggiore (Verbania), Italy | Wasser – Sand – Weite. Ein kultureller Dialog, Städtische Galerie Schloß Wolfsburg, Wolfsburg, Germany | 20 Jahre – Bilanz, Kulturverein Zehntscheuer, Rottenburg a. N., Germany | Zahlen – Zeit – Zeichen, Galerie Dorothea van der Koelen, Mainz, Germany 2002 Sculpture 2002, Conny Dietzschold Gallery, Sydney Waterloo, Australia | Weiss wie Schnee, Kunstsammlungen Chemnitz, Chemnitz, Germany | Der Mond, Kunstverein Hochrhein, Bad Säckingen, Germany | Wasser – Sand – Weite. Ein kultureller Dialog, Sharjah Art Museum, Sharjah, United Arab Emirates | Arts for the Mankind, Ministry of Culture. National Committee of Plastic Arts, Saddam Art Center, Baghdad, Iraq 2001 New Works on Paper, Atrium Gallery, St. Louis, U.S.A. | MOCRA, Museum of Contemporary Religious Art, St. Louis, U.S.A. | Licht und Hoffnung. Light and Hope, Galerie Proarta, Zurich, Swissland 2000 Das Buch, Kunstverein Hochrhein, Bad Säckingen, Germany | Women and Art – A Global Perspective, Sharjah Women’s Club, Sharjah, United Arab Emirates | Sharjah (UAE) · Women and Art – A Global Perspective, Sharjah Art Museum, Sharjah, United Arab Emirates | Bildwechsel 4 – Papier als künstlerisches Medium, Städtische Galerie Karlsruhe, Karlsruhe, Germany 1999 20 Jahre für die Kunst, Galerie Dorothea van der Koelen, Mainz, Germany | Von Pierre Alechinsky bis Maurice Wyckaert – Sammlung Lühl, Mönchengladbach, Städtische Kunstsammlungen Chemnitz, Chemnitz, Germany | Die Kunst der Linie. Möglichkeiten des Graphischen, Oberösterreichische Landesgalerie Linz, Austria | Revolution in der Box – Sammlung Westermann, Städtische Galerie Fruchthalle, Rastatt, Germany 1998 Bilder aus der Galerie, KunstRaum, Bayreuth, Germany 1997 Magie der Zahl, Staatsgalerie, Stuttgart, Germany | Skulpturen Projekt NRW Gütersloh – Stad(t)t-Art, Kulturzentrum, Dorsten, Germany | Papier-Skulptur, Oberösterreichische Landesgalerie, Linz, Austria | L.A.International Biennial Invitational, Hunsaker and Schlesinger Fine Arts, Los Angeles, U.S.A. | Abstraction, Atrium Gallery, St. Louis, U.S.A. 1996 Schwarz und Weiß, Künstlerhaus Schloß Balmoral, Bad Ems, Germany | Kulanz, Galerie Knoll, Budapest, Hungary | Sammlung Westermann, Kohinoor Art Gallery, Karlsruhe, Germany 1995 Vorstellungsrealitäten, Galerie Dorothea van der Koelen, Mainz, Germany | Saga 1995, Art Fair (Spazio Temporaneo), Paris, France | Heinz Gappmayr im Dialog mit Künstlern seiner Zeit, Galerie Dorothea van der Koelen, Mainz, Germany | 20 ans de galerie, Gallery de Gryse, Tielt, Belgium | Kunst die aus dem Rahmen fällt – Sammlung Westermann, Städtische Galerie Fruchthalle, Rastatt, Germany
Giuliana Balbi
Giuliana Balbi
Born in Muggia (Trieste), Italy, in 1961, where lives and works.
Selected Solo Exhibitions
2006 Fototessitura, Terra&vini, Brazzano di Cormons (Gorizia), Italy 2005 Altern’Art, Monfalcone (Gorizia), Italy | Opere fotografiche, Sala Negrisin, Muggia (Trieste), Italy 2004 Anime frantumate, Knulp, Trieste, Italy 2001 Dreher, Portogruaro, Venice, Italy 1997 Art Gallery, Trieste, Italy Selected Group Exhibitions 2006 8 marzo, Sala Negrisin, Muggia (Trieste), Italy 2005 La mano l’occhio il progetto, Museo Civico Revoltella, Trieste, Italy | Il corpo, Centro donna, Giardino degli orti, Trieste, Italy | Help, Civico Museo Revoltella, Trieste, Italy | Segni, Forme, Colori, Sala Negrisin, Muggia, Italy 2000 I colori della follia, A.R.A.C., Trieste, Italy
Alessandro Amaducci
Alessandro Amaducci
Born in Turin, Italy, in 1967. Lives and works in Turin, Italy.
Videos
2006 Cover Dalì, 13’ 2005 Spoon River, 90’, live video | La vita vera comincerà domani (dedicated to Salvador Dalì), 50’, video scenography for the company Nucleo del Tratto Solitario | The Real Doll, 20’, dance and video 2004 Croma Soma, 20’, work in progress | Cartoline dall’inferno, 60’, live video | A Flash of Art, 30’, videoinstallation for photo exhibition 2003 Che fine ha fatto Baby Love?, 50’, music videos and visuals for Roulette Cinese | Hitler Garden, 60’, live video | Corpi elettrici, 120’ x 4, visual for the festival Torino Danza 2002 Spoon River (full version), 90’, broadcast by La 25 Ora, LA7 | Love song, 4’, music video for Roulette Cinese, broadcast by Match Music | Attacco psichico, 120’, live video | Solo, 60’, video scenography for the concert by Sainkho Namtchylak | Glocal, 12 x 3’, RAI 3 | Schermi di luce, 120’, live visual in open space 2001 Spoon River 3 (excerpts), 35’ | Soundscapes visual for d.j. band General Elektrik | Splash!, 20’, documentary | Il linguaggio della televisione, 38’, documentary | Let the panic begin, 60’, music video for Death SS | Yelì, la voce della foresta, 55’, video scenography for the concert by Mauro Campagnoli | Squarci di buio, graphic novels exhibition | Q33NYUSA, 55’, live video with Motor Angel and Steve Morino 2000 Spoon River 2 (excerpts), 25’ | Il funambolo, 20’, video scenography for the company Cargo | Beat Parade, multimedial show in three squares in Turin 1999 Spoon River 1 (excerpts), 25’, 1° prize Scrittura e Immagine | MGZ Dance party, 60’, visual for the concert by di MGZ & le Signore 1998 Scarlet woman, music video | Baron Famedi, music video | The awakening of the beast, music video 1997 Alcina, multimedia show | Sette preghiere per il culto del pianeta, multimedia show 1996 Dybbuk, memorie dei campi, 30’, prized by Festival Libero Bizzarri | Spiriti liberi, 13’ | Solo per i tuoi occhi, 10’, prized by Civitanova video, 1996, Berlino-Taranto Festival, 1996, and Antalya Golden Orange Festival | Fools and dolts, music video, 4’ | Il Minotauro, multimedia show, 40’ 1995 Cattedrali della memoria, 8’, prized by Arte in video, broadcast on Achtung Baby, TV Capodistria, on SeiMilano and on Fuori Orario”, RAI 3 | Acheronthia Atropos, with Nicoletta Polledro, 4’, prized by Festival Internazionale Cinema Giovani | Tribe, videocilp, 5’ | Arrigo Lora-Totino, Il teatro della parola, 30’, prized by Scrittura e Immagine, broadcast by planate
Francesco Arena / Corpicrudi
Francesco Arena / Corpicrudi
(Francesco Arena e corpicrudi)
arena m-eats corpicrudi * samantha stella’s house – sitting room live
protagonisti
barbie – barbara Aiello (corpicrudi)
samantha stella – samantha cavagnaro (corpicrudi)
sergej – sergio frazzingaro (corpicrudi)
sisko – francesco arena
sceneggiatura e stylist corpicrudi
videocamera mobile, foto e concept francesco arena
soundtrack mass_prod (martino marini)
editing e post-produzione samantha stella
concept arena m-eats corpicrudi (francesco arena/corpicrudi)
locations episodi (video) straf-hotel di design, Milano e broadside-concept store & sushi side, Genova
il progetto arena m-eats corpicrudi * samantha stella ‘s house è un progetto seriale strutturato in diversi episodi. ogni episodio si svolge in una stanza della casa di samantha stella. ogni episodio include tre sezioni video e materiale fotografico/frames da video + installazioni
a Trieste si svolge l’episodio live “sitting room”
Arena m-eats corpicrudi * samantha stella’a house è un concept co-ideato e cofirmato da francesco arena e corpicrudi (samantha stella e sergio frazzingaro), progetti ibridi tra video-performance, foto-installazione e musica electro.
Arena m-eats corpicrudi samantha stella’s house-sitting roome live di Francesco Arena/Corpicrudi, contiene già nel nome – coniato con un gioco di tre parole inglesi “meet, eat, meat”, incontrare, mangiare, carne – un rimando forte e provocatorio alla viva quotidianità esistenziale, già insita nel nome del gruppo “corpicrudi”. Si tratta di uno degli episodi del fortunato quanto intelligente progetto seriale ideato dal fotografo e videoartista Francesco Arena insieme al team di Corpicrudi, quello ambientato nella sitting room di Samantha Stella. Ossia un prodotto intensamente tecnologico adiacente al video-clip, che fa il verso in proposizione simbolica ed esasperata ai reality show televisivi, ai format MTV, per evidenziare un’umanità robotizzata, priva di sentimenti, che raggela in asettica bellezza, sensazioni, desideri, sesso.
arena m-eats corpicrudi * samantha stella’s house is a concept born from a collaboration between Francesco Arena, photographer and videoartist, and corpicrudi (Samantha Stella and Sergio Frazzingaro), hybrid video-performative, photoinstallation and sound projects.
Selected Solo Exhibitions
2006 arena m-eats corpicrudi * samantha stella’s house, video, photo-installation & electro djset, Plasma videogallery, Florence, Italy 2005 Project room, video & photo installations, Primo Piano Livingallery, Lecce, Italy | special event @ Galleria Guidi&Schoen, video, photo & electro djset, Genoa, Italy
Selected Group Exhibitions
2006 Temporary identities, international video festival, Novosibirsk State Museum, Siberia, Russia 2005 Videominuto poptv 2005, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato, Italy | PAN, Museo delle arti, Napoli e Enzimi, Ostia, Rome, Italy | Il bar dell’amore, video-performance, Galleria Civica di Arte Contemporanea, Trento, Italy | Pandemic festival 2005, video, Montevarchi, Arezzo, Italy | Riparte, Genova 2005, video & photo-installation, Galleria Guidi&Schoen, Genoa, Italy | MIlano flash art show 2005, video, photo, installation & electro djset, Galleria Guidi&Schoen, Italy
Elena Cologni
Elena Cologni
Mnemonic Present, Un-Folding #8
video live installation 1 videocamera minidv, 1 cctv mobile, hardrivevideo recorder, sistema video delay, 3 proiettori, 3 schermi, amplificazione sound, carta, cavalletti
15x8x4 metri circa
durata 1h 30’
con il supporto di Arts and Humanities Research Council UK e Central Saint Martins College of Art and Design, Londra
Di tutt’altra natura è la performance di Elena Cologni,Mnemonic Present, Un-Folding # 8. Essa concerne l’analisi dello status della documentazione dell’evento live (videoregistrato) che diviene parte fondante dell’evento stesso, cessando così, paradossalmente, di essere documentazione. L’artista produce una sovrapposizione di suoni (il parlato che descrive luoghi della memoria) e rumori (l’atto di piegare la lunga striscia di carta della bobina di giornale che si srotola) ritardati di 8 secondi (il tempo necessario per una percezione cosciente del presente) rispetto all’azione live. Ma anche l’immagine appare sullo schermo ritardata rispetto all’azione. Si tratta allora di un’investigazione interna al processo di percezione di immagini e suoni, identificata nel gap temporale che si attua nella differenza tra elaborazione interna ed esterna, tra archiviazioni dei dati e recuperi, tra memoria e presente. In sostanza un’esplorazione degli strati della memoria per individuarne gli influssi sul presente, supportata da videoproiezioni, sfasate rispetto all’azione viva.
Born in Bergamo, Italy, in 1967. Lives and works in London, U.K.
Selected Solo Exhibition and Performances*
2006 Focus*, creative lab, Centre for contemporary art, Glasgow, U.K. | MNEMONIC PRESENT, UN-FOLDING#9*, Pembroke College, Cambridge University, U.K. | MNEMONIC PRESENT, UN-FOLDING#7*, Whitechapel Art Gallery, London, U.K. 2005 MNEMONIC PRESENT, UN-FOLDING#6*, Transversalities Conference, University of Reading, U.K. | MNEMONIC PRESENT, UN-FOLDING#5*, Villa delle Rose, Galleria d’Arte Moderna, Bologna, Italy | MNEMONIC PRESENT, UN-FOLDING#4*, PARIP Conference, Leeds University, U.K. | MNEMONIC PRESENT, UN-FOLDING#3*, La Notte dei Musei, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo, Italy | MNEMONIC PRESENT, UN-FOLDING#2*, International Conference Consciousness, Theatre, Literature and the Arts, Aberystwyth, Wales, U.K. | MNEMONIC PRESENT, UN-FOLDING#1*, PSi # 11, Brown University, the series was developed as part of a research funded project at Central Saint Martins College by Arts and Humanities Research Council, U.K. 2003 Tracing*, gallery x, Istanbul, Turkey | Tracing*, PariP Conference, Bristol University, U.K. | ECO appunti*, Neon gallery, Bologna, Italy | ECO appunti*, Ecology pavillion, London, U.K. | IN BILICO, experience of aesthetic pain*, 291 Gallery, London, U.K. 2002 In between, Lethaby gallery, Central saint martins college, London, U.K. | Public private perceptions 02, Galleria neon, Bologna, Italy, funded galleria neon and London Underground Ltd., U.K. 2001 Public private perceptions*, Toynbee studios, London, U.K. | Morning toilette*, Tate modern, London, U.K. 2000 bluX* and Mirroring*, Watershed media centre, Bristol, U.K. | bluX*, London biennale, London, U.K. 1999 Ancora cerca*, National portrait gallery, London, U.K. 1997 A ritentiva, Centre for sculpture, West Bretton, funded University of Leeds, U.K. 1995 Ready to fly, JFK Airport, Alitalia vip lounge, New York, U.S.A.
Selected Group Exhibitions
2006 Disertare dissertare, Castello Colonna, Centro Internazionale d’Arte Contemporanea, Genazzano (Rome), Italy | Semionauti (border crossing), Careof, Accademia di Brera, Milan and Neoncampobase, Bologna, Italy, funded: Careof, Neoncampobase, Accademia di Brera Milano, University of the Arts London, Central Saint Martins College of Art and Design, Live Art Development Agency London, Arts and Humanities Research Council (UK), British Council, Nordic Institute for Contemporary Art (Norway), Ambasciata Italiana a Pristina | Where it was, shall i be… Istanbul, Turkey 2005 Where it was, shall i be… keciburcu, Diyarbakar, Turkey 2004 Tur re tur (border crossing), Oslo kunstforening, Oslo, Norway | Definitively provisional, Appendiks, Copenhagen, Denmark | La polvere nell’arte, Assabone, Milan, Italy 2003 Coscienza di se, Galleria Neon, Bologna University and City Council, Italy | Border crossing, Gallery x, Istanbul, Turkey | Tra-monti, Quartiere monti, funded City Council, Rome, Italy | Identity, The ecology centre, London, U.K. | Definitively provisional, Whitechapel project space, London, U.K. | Warm up, Galleria Neon, Bologna, Italy | Short and sharp, 291 Gallery, London, U.K. 2002 Sguardi dell’arte sull’arte, Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia, Italy 2001 Bunker, 49th Venice Biennal 2001, Venice, Italy 1995 Artexpo New York, Artist’ s showcase, New York, U.S.A.
Michael Fliri
Michael Fliri
Beautyproof
Molo Audace, 23 giugno 2006, Trieste
palloncini, bombole ad elio da 50 litri
Con Beautyproof,Michael Fliri s’inserisce nel cuore di wonderful,interpretandone con gioiosa espansione il senso del meraviglioso, dello stupore e dell’eccesso. Secondo la prassi cara all’artista la performance si svolge nel tempo, divenendo il suo farsi, sostanza viva dell’atto performativo, con il coinvolgimento dei cittadini, avendo scelto come luogo dell’evento il Molo Audace, dunque il mare e il cielo come sfondo cangiante nelle diverse ore del giorno. Monumento sublime ed effimero, l’oggetto costruito, giunto al culmine, s’annienta nel buio della notte.
Born in South-Tyrol, Italy, in 1978. Lives and works in Italy.
Selected Solo Exhibitions
2005 Casting Decision Verification, Raum, Bologna, Italy | I am always better on holiday, Dispari&Dispari, Reggio Emilia, Italy 2003 Come out and play, Andechser Galerie, Innsbruck, Austria | …Hell…Well, Kunstrom, Bergen, Norway 2001 Der Schneemann, Zentnerstr. 18, Munich, Germany
Selected Group Exhibitions
2006 Catodica, Lipanjepuntin artecontemporanea, Trieste, Italy 2005 Sperequazione, Galleria Neon, Milan, Italy | Untitled, Spazio Via Ventura, Milan, Italy | First International Performance Price, Galleria Civica D’Arte Contemporanea di Trento, Italy | Mobile Kunsthall, Kunsthall, Oslo, Norway | Deficit!, Galleria Neon, Bologna, Italy | Zone di Transito, Galleria A+A, Venice, Italy | Our Nature, Villa Serana, Bologna, Italy 2004 Play, Galleria Valentina Moncada, Rome, Italy | Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea, L’Aquila, Italy | Neoncampobase, Bologna, Italy | C/O Careof, Milan, Italy | On Air: video in onda dall’Italia, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea Monfalcone (Gorizia), Italy 2003 LAB 03, Viafarini, Milan, Italy | Ach, Himmel es ist verspielt, A9 Forum Transeuropa Museumsquartier, Vienna, Austria | Panorama 03, Ex edificio delle poste, Bolzano, Italy | Sense Media Space, Kulturhuset USF, Bergen, Norway | Invasion 1, Pasinger Fabrik, Munich, Germany 2002 Oltre il giardino, Parco di Rimini, Italy | …in stazione, Stazione FS, Bologna, Italy | Private view, Landsbergerstraße, Munich, Germany 2001 …in stazione, Stazione FS, Bologna, Italy | Video Happening, Villa Serena, Bologna, Italy
Daniela Michelli
Daniela Michelli
Essenza
Performer Barbara Flego
Truccatore Eros Cudis
Videoproiezione, lettore DVD
1 sedia, 1 specchio, 2 tessuti per le proiezioni, alcuni tessuti dipinti dall’artista, 5 parrucche, 1 pipa, 1 abito maschile
sonorizzazione riprodotta con brani di Prokofiev
durata 12’
L’Essenza di Daniela Michelli è un’operazione simbolica, intensificata ancora una volta dai media tecnologici in un’ambientazione di fantasie barocche – che riguarda la natura umana. Nella totalità della sua essenza, essa è caratterizzata dall’ambivalenza sessuale. I connotati maschile e femminile, che coesistono in rapporti diversi nella complessità psico-fisica degli individui, è il motivo nodale dell’evento che si concreta nell’atto di truccare un soggetto da maschile a femminile e viceversa. L’intento sotteso è il superamento di pregiudizi e remore che ancora possono insidiare la diversità.
Born in Trieste, Italy, in 1962. Lives and works in Trieste, Italy.
Selected Solo Exhibitions
2004 Per Sempre, different locations, Muggia, Duino Aurisina, Trieste, Italy 2001 Oro, argento, Sala Negrisin, Muggia (Trieste), Italy 1999 Pulsioni in movimento, Sala Comunale d’Arte Ex Albo Pretorio, Trieste, Italy 1996 San Giusto Castle, Trieste, Italy
Selected Group Exhibitions
2005 Lorelei the mermaid, Grand Canal and Palazzo Gopcevich, Trieste, Italy 2004 Laboratorio dei Sogni, Palazzo Gopcevich, Trieste, Italy 1999 Kultur 99, Mollbrucke and Dellach, Austria 1998 II International Prize in Painting, Sculpture and Graphics, Art Gallery 2, Duino Aurisina (Trieste), Italy 1997 Nature and Science in Miramare, ICTP, Trieste, Italy | Young Artists at the University, University of Trieste, Italy 1996 Prima Biennale Internazionale di Arte Didattica, School Dante Alighieri, Trieste, Italy | Lillian Caraian Prize, Trieste, Italy | Sistemi femminili, Arci Association, Trieste, Italy
Ivano Vitali
Ivano Vitali
Véstiti di giornale
Trachinia, 2004
Abito realizzato con il quotidiano «La Gazzetta dello Sport». Giacca rosasport (2004) realizzata con i ferri da maglia, gonna e jabot (2005) con strisce di quotidiani.
Dimensioni variabili.
La Nonna, 2004
Abito realizzato selezionando dai quotidiani le pubblicità B/N. La giacca (2003) è stata realizzata con ferri da maglia e lo scialle (2004) all’uncinetto, utilizzando filo di carta ottenuto dalle pagine dei quotidiani, la gonna (2002) con strisce di carta presa dal quotidiano «La Repubblica».
Dimensioni variabili
Arlecchina, 2004
Abito multicolore realizzato con le pubblicità. Giacca e gonna a strisce (2003), realizzate con ferri da maglia. Jabot (2004) con strisce di pubblicità
Dimensioni variabili
Con Ivano Vitali passiamo ad un singolare defilé, concepito all’interno della mostra alla Serra, confrontandosi dunque con le opere esposte, che oscillano con diverse provocazioni, tra arte e moda. La sua è una provocazione soprattutto del medium, perché i suoi abiti sono fatti di giornale. Véstiti di giornale è un titolo da prendersi alla lettera perché i suoi abiti sono realizzati, per la meraviglia di tutti, veramente di carta di giornale, ridotta in fili sottili, mediante un lavoro da certosino,o in lunghe striscie per le gonne. E questi abiti ne recano i segni e i colori tratti per lo più dall’abbondante pubblicità. C’è ad esempio un indumento “rosa sport” dal colore della Gazzetta dello Sport. Nulla è aggiunto, tutto è reso solo con l’impiego dei giornali. Stupefazione conclusiva di tutto l’articolato processo di Wonderful, questa passerella di Vitali – spregiudicato fashion designer controcorrente – ben s’inserisce in un contesto d’ispirazione neo-barocca.
Born in Argenta (Ferrara), Italy, in 1954. Lives and works in Florence, Italy.
Selected Solo Exhibitions
2006 IX Congresso Nazionale S.N.A.G., Hotel Hilton Florence Metropoli, Florence, Italy 2005 Metacarta, Sala Oro, Teatro della Pergola, Florence, Italy | Vestitidivini, S.Gimignano, Radda in Chianti, Monteriggioni (Siena), Italy | Percorso Ecologico al Lingotto, 8Gallery/Centro Congressi, Turin, Italy | Terrafutura, Galleria Ecoarte.it, Stand CONAI, Fortezza da Basso, Florence, Italy | Cartacanta, 7° festival-expò, Civitanova Marche (Macerata), Italy | Véstiti di giornali, Centro Commerciale Le Piagge, Florence, Italy 2004 Vitali Web Dailies, Art nest, Florence, Italy 2000 Quotidianamente, Torre di Vada (Livorno), Italy 1997 Galeria KIK u Albert, Crakow, Poland
Performances
2005 Carla Bertola Editore, Offerta Speciale, ArteFiera 2005, Bologna, Italy | Habitat (estate), Associazione XL’A, Orti del Parnaso, Florence, Italy | Blog on Arthur Rimbaud, Castello di Rivara (Turin), Italy | Passeggiata effimera, Palazzo del Turismo, Montegrotto Terme (Padova), Italy | Rossa animazione, The Room, Turin, Italy 2004 Movimento per l’Arte Effimera 03, Caffè Giubbe Rosse, Florence, Italy | A + voci, 5° Festival Internazionale di Poesia in Azione, Caffè Giubbe Rosse, Florence, Italy | Interpretazione di un giardino, Associazione x L’A, Villa Caruso, Lastra a Signa (Florence), Italy | Magma Centro Studi, Florence, Italy | Amodanea, 1° Incontro Internazionale dell’Arte e degli Artisti dell’Effimero, Materialimmagini, Macerata, Italy | La Poesia Performativa e Multimediale, Caffè Giubbe Rosse, Florence, Italy | Tracce Fuoricentro live, Ex Spica, Livorno, Italy 2003 Brain Academy Apartment, Biennale Arti Visive, Venice, Italy | The Starting Grid, Palazzo Marini, Rosignano M° (Livorno), Italy 2002 II° Festival Internazionale della Performance, Venice, Italy | Amodanea 2, Tolentino (Maceratea), Italy | I Diritti Umani, Villa Lais, Rome, Italy | Body for Peace, Villa Serena, Bologna, Italy | ContaminAzioni, Villa Vogel, Florence, Italy 2001 Amodanea, Tolentino (Macerata), Italy | Festival della Performance Libera, Abano Terme (Padova), Italy | Tracce fuori centro, Progetto Contatto/confine, Villa Vogel, Florence, Italy | Oh, che bel Castello!, La Casa dell’Arte, Schloß Broich – Mülheim an der Ruhr, Germany | Shangai, Galleria Minimum, Morgana Edizioni, Florence, Italy 2000 Festival della Performance, Limonaia di Villa Strozzi, Florence, Italy 1999 Delirium, Palagio di Parte Guelfa, Florence, Italy | Passi d’artista III, Associazione Artisti Contemporanei Firenze Metropoli, Florence, Italy 1998 I medicanti, Palazzo Marini, Rosignano M° (Livorno), Italy | Passi d’artista II, Associazione Artisti Contemporanei Firenze Metropoli, Florence, Italy | Passatempo per il Poi, Galleria Bedoli, Viadana (Mantova), Italy | Arteroma, ‘98 Expo, Galleria Art Point, Florence, Rome, Italy 1997 Evento effimero di venditori d’idee, Expo Fiera ‘97, Bergamo, Italy | Performedia 97, Galleria Artestudio, Palazzo Cavagnis, Venice, Italy | Una Allodola sul Pére Lachaise, Paris, France | En plein air, Cortile alle Murate, Florence, Italy | Il corpo è tratto, Palazzo Marini, Rosignano M° (Livorno), Italy | Arteroma 97, Expo – Galleria Art Point, Florence, Rome, Italy | Trip to the unconscius, Galeria KIK u Albert, Crakow, Poland 1996 Perfomedia 96, Galleria Artestudio, Ponte Nossa (Bergamo), Italy | Percorsi 96, Comune di Montegrosso d’Asti (Asti), Italy | Poesia Performativa, Centro Cultura Contemporanea Container, Mantignano (Florence), Italy 1995 III Mailartincontriamoci, Anna Boschi, Castel S. Pietro Terme (Bologna), Italy
Selected Group Exhibitions
2006 Terrafutura, Ecofatto, Riminifiera – Ecomondo, Fortezza da Basso (Florence), Italy 2005 Campo di quotidiani II, Area Archeologica Romana, Montegrotto Terme (Padova), Italy | Campo di quotidiani III, VellanoArte, Simposio artistico internazionale, Vellano Pescia (Pistoia) | Habitat (autunno), Associazione XL’A, Orti del Parnaso, Florence, Italy 2004 La Casa dell’Arte, ART NEST, Florence, Italy | La parola tessuta, ART NEST, Florence, Italy | L’altra faccia del macero, Comico, Spazio Manzoni 23, Milan, Florence, Italy 2003 Herz/cuore, Torre di Vada (Livorno), Italy | Aprile tessuto mensile, ART NEST, Florence, Italy | Filos, Associazione Artisti Contemporanei Firenze Metropoli, ART NEST, Florence, Italy 2002 Compleanno al Castello, Palazzo Marini, Rosignano M° (Livorno), Italy | Campo di quotidiani, Chiesanuova di Murci (Grosseto), Italy 2001 Exit5 – Roberto Vitali, Galleria Interno e DumDum, Bologna, Italy | Exit5 – Roberto Vitali, Gruppo La Casa dell’Arte, Galleria Fiorile Arte, Bologna, Italy | Creatrix, La Casa dell’arte e ItinerarTi, Lutherkirche Martin-Luther-Platz Südstadt, Cologne, Germany 2000 Sale, Studio Art Centers International, Florence, Italy | Naturalmente Umano, 25a Biennale di Pescia, Pistoia, Italy | Sei piu uno, Galleria L’Idioma, Ascoli Piceno, Italy 1999 La Casa in Chiesa, Gruppo La Casa dell’Arte, Verduno (Cuneo), Italy | In … Cubo, Museo Virtuale, Notti d’estate/AACFM, Florence, Italy | Sintesi, Torre di Vada (Livorno), Italy 1998 Diladdarno, Concorso manimariotti, Chiostro dell’Ammannati, Florence, Italy 1997 Simposium di scultura, Monte Aiola, Spinello (Forlì), Italy | Vis-a-vis, Gruppo La Casa dell’Arte, Kunstwerk, Cologne, Germany 1996 La memoria, La Barbagianni, Pontassieve (Florence), Italy 1995 L’ordine, La Barbagianni, Pontassieve (Florence), Italy
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