11/07/2005 – Il corpo
Mostra collettiva di 10 artiste del GRUPPO 78 I. C. A.
in concomitanza con la Rassegna cinematografica internazionale 2005 “Donne al cinema”
promozione: CentroDonna in collaborazione con Il Gruppo 78
luogo: CentroDonna in Androna dell degli Orti 4/B, Trieste
inaugurazione: martedì 12 luglio 2005, alle ore 20
durata: fino al 7 agosto 2005
orari: durante l’orario d’apertura del Centro e di sera dalle 20 alle 24.
a cura di Maria Campitelli
Il tema si affianca a quello proposto per la rassegna cinematografica dell’estate 2005.
Ciascuna delle 10 artiste si propone con una sua specifica motivazione. La mostra è pensata come un blocco organico di interventi che in qualche modo si integrano e dialogano tra di loro, nelle diversità linguistiche, occupando lo spazio del Centro sia all’interno che all’esterno.
La mostra si pone come premessa a quella internazionale dal titolo “Il corpo, l’abito, la mente” che il GRUPPO 78 presenterà a Settembre in diversi spazi espositivi della città.
Il corpo è qui inteso in varie accezioni, innanzi tutto come immagine, plastica o pittorica o fotografica, nella sua interezza, o nelle sue parti, e poi come simbolo, archetipo, luogo della trasformazione, della crescita e del cambiamento. I mezzi impiegati sono molteplici, dalla pittura alla scultura, all’installazione, alla fotografia, all’intreccio di diversi linguaggi come spesso succede nell’arte contemporanea.
Giuliana Balbi, produce qui un’immagine fotografica, letteralmente “tessuta”, secondo la sua più recente ricerca, intrecciando striscioline fotografiche come fossero “trama” ed “ordito”. E’ un azzardato quanto originale incontro tra due mondi diversi, apparentemente inconciliabili, quali la tessitura e la fotografia.
Roberta Cianciola propone una pittura che si espande in installazione, motivata da un “dialogo per un corpo da bambola” che si trasforma, esce dagli stereotipi, perché la bambola fisica, il corpo di donna, cresca fuori dai limiti imposti dal segno…
Myriam Del Bianco con “sognando il corpo da indossare” – una metaforica crisalide in ceramica – affronta il tema del limite, e della trasformazione coadiuvata quest’ultima dal progresso scientifico e tecnlogico, nel desiderio di essere come l’altro o di essere l’altro.
Fabiola Faidiga ripropone la Grande Madre della mostra “Le madri al mare” del 2002. Monumentale scultura di polistirolo, privata della testa, per cui assume una diversa tensione drammatica, e circondata da fotografie di una femminilità contingente, sta a ribadire la consapevolezza del valore dell’archetipo femminile, la centralità del fattore creatività/maternità fondato sull’amore.
Daniela Frausin con “ritratto interiore”, una scultura di ceramica e plastica chiusa nel plexiglas, affronta “il luogo più misterioso, oscuro ed affascinante del nostro corpo, la testa”. Essa “agisce sul corpo, ma da esso è a sua volta influenzata, in un rapporto di continua e incessante reciprocità”.
Daniela Michelli si concentra sul feto..”generato dal concepimento che dà la vita maschile e femminile; particelle dunque molteplici che matureranno nella totalità dell’essere vivente…” Un lavoro fatto di palloni di plastica rigonfiati che racchiudono, allusivamente, la vita in crescita.
Anna Pontel ha inventato per questa mostra “Il modello spugna”, ovvero 15 completi estivi, in dimensioni ridotte, in spugna di cotone, dalle tinte dolci come le gelatine alla frutta o come gli ammorbidenti per la lana. Con divertita ironia l’artista prosegue:“Ideali per tutte le occasioni, i modelli-spugna sono estremamente morbidi e resistenti anche dopo numerosi lavaggi”.
Barbara Stefani da tempo dipinge sulle scatole, ispirandosi a fatti che accadono nel mondo e riportati dai media. Per quest’occasione ha dipinto il fondo di una scatola nera firmata Prada, illustrandovi l’attimo scomposto di Jaqueline Kennedy, eternato dalle foto delle testate di tutto il mondo, in cui balzando sul bagaglialio della macchina presidenziale tenta di afferrare qualcosa, in un impulso disperato di soccorso al marito colpito a morte. Č’ l’attimo in cui spirito e materia, anima e corpo si ricongiungono, al di fuori di ogni etichetta o protocollo.
Barbara Tedesco, allieva di Paolo Cervi Kervischer, porta avanti una pittura di largo impianto, illustrando l’umanità nei suoi gesti quotidiani, e privilegiando il mondo dei bambini. Il nudo femminile, come il pezzo esposto in questa mostra, è naturalmente un tema costante che permette all’artista di sciogliere le sue capacità di duttile fluenza pittorica.
Marisa Ulcigrai afferma “Io fotografo ciò che vedo. Non c’è nessuna intenzione rappresentativa…Quando l’immagine si colora di “carne” e prende corpo mostra la trasparenza che costituisce la sua pelle… Non c’è segreto perché il segreto è sul corpo, il nudo ci mostra di volta in volta che un soggetto non ha nulla sotto di sé, non nasconde più nulla…”
L’associazione culturale GRUPPO 78 I.C.A. opera a Trieste da 27 anni per promuovere e divulgare l’arte contemporanea. Ha realizzato quasi 250 eventi soprattutto mostre, ma, nei primi anni, anche sperimentazione teatrale, teatro-danza, stages di espressività corporea. Ha promosso molti giovani artisti, locali e non, ha condotto scambi internazionali anche con gli U.S.A.
Da 10 anni a questa parte realizza mostre internazionali per il ciclo “Natura Naturans”, chiamando artisti di fama da tutto il mondo, occupando spazi della città deputati all’arte e soprattutto spazi alternativi per una diffusione dell’espressione contemporanea anche in luoghi ad essa estranei.
Info : GRUPPO 78 I.C.A.
VIA Monte Cengio, 11 – 34127 TRIESTE
Tel/fax : +39.040567136 – cell : 339.8640784
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