25/01/2014 – “MANOLO COCHO – MARE PRIMO”

the subconscious is the gate of infinity

a cura di MARIA CAMPITELLI

LUX ART GALLERY
Via Rittmeyer 7/A -Trieste [I]
25.01.14 – 15.02.14

opening
25.01.14 – h. 18.00

Si inaugura il 25 gennaio prossimo, alle ore 18.00, alla Lux Art Gallery di Giorgio Parovel la mostra MARE PRIMO dell’artista messicano MANOLO COCHO, primo evento collaterale di quello che si prefigura come uno degli eventi artistici e installativi più poderosi mai realizzati a Trieste.
MEX-PRO, questo il titolo del progetto, intende infatti proporre una serie di inedite iniziative artistiche e culturali incentrate attorno al pianeta Messico in occasione delle celebrazioni per i 140 anni di relazioni diplomatiche tra l’Italia e il Messico, i 150 anni dalla partenza di Massimiliano d’Austria da Miramare e soprattutto quale seconda fase della grande mostra di artisti del GRUPPO78 tenutasi da gennaio a settembre 2013 prima a Oaxaca, con la presenza del Sindaco Cosolini, e successivamente a Torreon nello splendido Museo Arocena.
Inserito nel grande progetto PONTE INTERNAZIONALE D’ARTE CONTEMPORANEA ITALIA MESSICO (PIACIM) promosso dall’Associazione culturale GRUPPO78 International Contemporary Art assieme all’associazione messicana DESIERTO contemporary art productions, MEX-PRO si fonda su due piloni portanti: la mostra “Circa 2000” della collezione Josè Pinto Mazal con 90 artisti messicani prevista alle Scuderie del Castello di Miramare e l’incredibile installazione “2.501 Migrante” dell’artista Alejandro Santiago composta da 2.501 statue di terracotta – un vero e proprio popolo di migranti, tema universale di scottante attualità – che invaderà, in piena estate, piazza Unità d’Italia a Trieste.
Tutt’attorno un corollario di eventi collaterali – una decina circa – dislocati in spazi pubblici e privati lungo l’intero arco dell’anno che illustreranno altri aspetti dell’arte contemporanea messicana, dalla fotografia alla video-art, dalla maschera (tema creativo molto importante nella cultura messicana) alla grafica, o particolari personalità, come questa prima mostra multimediale di MANOLO COCHO, artista membro del Sistema Nacional de Creadores de Arte FONCA CONACULTA del Messico.
Con un linguaggio interdisciplinare COCHO affronta un unico tema, quello del mare, da differenti punti di vista. La mostra, infatti, si compone di sculture di vetro, acciaio e argento, di pitture su carta telata, di olii su tela, di fotografie, video, un’installazione e arte sonora.
“MARE PRIMO – dice Maria Campitelli nel testo introduttivo del catalogo – è il racconto della capacità creativa insita nel cervello umano. E’ la proiezione del cervello umano mediante la metafora del mare, dell’oceano dalle profondità infinite,
già suggestiva metafora nel celebre film di Tarkovski, Solaris del 1972. E a questo film Manolo Cocho si ispira, come alla Land-Art di Richard Long e allo sguardo infinito di Alejandro Santigo (l’occhio sinistro che sprofonda in un tunnel) suo maestro di vita prima ancora che di arte, e grande amico, purtroppo recentemente scomparso e a cui dedica questa mostra”.

A Trieste i partner di questa ambiziosa impresa culturale sono:
il Comune di Trieste, la Soprintendenza ai Beni Culturali, l’Università di Trieste, il Comune di Muggia.

Dal Messico:
FONCA CONACULTA, la SRE, la Secretaria de Cultura de Oaxaca, la Secretaria de Cultura de SLP, Il Museo de la Mascara, L’ambasciata del Messico a Roma, il laboratorio de la Huella grafica, el Espacio Scultorico de La Telaraña de Oaxaca, il Museo MUPO di Oaxaca, il Museo Arocena di Torreon, la galleria Traeger & Pinto di Città del Messico.

I curatori:
Maria Campitelli, Manolo Cocho, Fernando Galvez, Gerardo Traeger, Marieta Bracho, Maria Masau Dan, Luca Caburlotto, Rosella Fabiani, Lucia Krasovec Lucas.

 

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.