EXIL / Pierre Zufferey

Pierre Zufferey è un artista svizzero che già si è fatto conoscere a Trieste, partecipando ad alcune mostre del Gruppo78 e per una personale realizzata tre anni fa alla Lux Art Gallery.
A Muggia presenta un lavoro ex novo, ideato appositamente per lo spazio del Museo Carà. La pura pittura, mezzo espressivo fondamentale di Zufferey per visualizzare le proprie emozioni, si apre qui ad un discorso più articolato, sia sul piano linguistico che concettuale, per approdare al sociale.
EXIL è una mostra sulle “migrazioni” che drammaticamente attraversano il nostro tempo. Ma il tema viene affrontato in una dimensione poetica quanto naturale, sovrapponendo alla tragedia umana l’immagine degli uccelli che migrano dal nord verso il sud cercando un clima più accogliente per riprodursi, mentre la migrazione umana al contrario risale dal sud verso il nord. Mostra di ampio respiro dunque, con un tema unitario che induce alla riflessione, contrapponendo i cicli vitali della natura ai cicli forzati subiti dall’umanità per sopravvivere.
La mostra consta di diverse parti. E’ dominata d un’opera “guida” “Nuées/nembi” costituita da 10 stampe su delicata carta cinese di cm 100 x 80 ciascuna, un blocco imponente che rappresenta insieme il mobile flusso nel cielo degli uccelli migratori e quello in terra di migranti umani, piccoli punti in movimento, un popolo che fugge, visto dall’alto.“Una poetica della geo-politica attuale” la definisce l’artista.
C’è poi una grande pittura, “Migrations/Migrazioni” che insiste ancora sulla veduta dall’alto, di un popolo in cammino verso nuove terre, resa con delicatissime velature cromatiche, dove l’evocazione dell’acqua è sempre presente.
Lampedusa” invece è una grande installazione con tante scarpe posate al suolo, tutte uniformate e quindi rese anonime dal gesso bianco che le ricopre, con qualche eco delle antiche esistenze cancellate.
Horizons lointain/Orizzonti lontani” raccoglie delle opere di piccolo formato, tra loro strettamente assemblate come lo furono i migranti sui barconi, attraversate da un’unica linea rossa disposta a diverse altezze a seconda dei punti di vista dei viaggiatori, circondati da un mare e da un cielo uniformemente grigi. Un segnale comunque di speranza che illumina l’orizzonte.
Vague d’écueil/Onda di scogliera” infine è un gruppo di quadri che riproducono, con grande libertà immaginifica e raffinatissimi effetti cromatici, l’infrangersi delle onde contro le nuove terre cui sperano di approdare i migranti. Un auspicio da parte dell’artista per l’inizio di una nuova vita, nonostante le ineludibili difficoltà da affrontare in terra straniera.
La mostra è accompagnata da un libro “ORIGINES” che raccoglie il lavoro dell’artista degli ultimi cinque anni.

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